Fra venerdì e sabato, commentando con alcuni amici le immagini del gelo e delle abbondanti nevicate che stavano mettendo in ginocchio l’Italia, parlando di Roma-Inter avevo sostenuto: “Questa partita non s’ha da fare“. La Capitale era in ginocchio, le auto impossibiltate a circolare, i cittadini in difficoltà.
Ma in difficoltà si era dimostrata soprattutto l’Inter, dopo le sconfitte subite a Napoli e a Lecce e il rocambolesco 4-4 contro il Palermo, senza contare l’affollamento dell’infermeria e lo scompiglio nei reparti causato dalla cessione di Thiago Motta e dal frettoloso innesto nei ranghi degli spaesati neoacquisti.
Al posto dei responsabili nerazzurri, avrei fatto di necessità virtù, approfittando dell’emergenza neve per ridare fiato a una squadra reduce da una partita ogni tre giorni e per riorganizzare uomini e schemi di gioco. Non sarebbe finita così. Al contrario, alla sola ipotesi di un rinvio, c’era già stato chi aveva puntato il dito contro i Prefetti di Milano e Roma, gridando alla disparità di trattamento: perché disputare Inter-Palermo sotto la neve e non Roma-Inter?
Serviti, Signori. Con quattro sostanziose Amatriciane che fanno suonare i proclami comparsi sabato 4 febbraio sul Sito Ufficiale nerazzurro come quattro sonori sberleffi. Così recitava inter.it alla vigilia del disastro: “APPIANO GENTILE – Un’altra seduta di rifinitura per l’Inter prima di volare a Roma dove ad accoglierla ci saranno ancora freddo e neve, che non fermeranno però Javier Zanetti e compagni: allo stadio “Olimpico” vogliono vincere 😆 e questo si legge anche sulle loro facce…”
Riprendo la foto di Christian Chivu, con la faccia seminascosta da uno scaldacollo, sotto la quale si leggeva una didascalia che, a posteriori, si sarebbe rivelata tutto un programma: “Il gesto di Chivu non lascia dubbi: l’Inter vuole la vittoria”
Il risultato di un calcio fondato sui valori del dio denaro, degli introiti e dei diritti televisivi, è un calendario in cui sarebbe stato pressoché impossibile inserire il recupero della partita. Il risultato dell’incontro, figlio di questi valori, è un sonante 4-0 a favore della Roma.
“Noi non siamo scesi in campo, è stato un blackout generale“, ha affermato Capitan Zanetti nel postpartita ai microfoni di Inter Channel. “Arrivavamo sempre in ritardo da tutte le parti“, gli ha fatto eco il compagno Cordoba.
In casa nerazzurra, le dichiarazioni del day after sono le stesse di sempre in casi del genere: “Dobbiamo analizzare, voltare pagina, lavorare sodo, ripartire con umiltà, guardare avanti con consapevolezza“…
La consapevolezza è quella di una squadra invecchiata e depauperata dei suoi migliori elementi dopo un mercato da brividi, nella quale Forlan non può sostituire Eto’o né Palombo Thiago Motta e in cui i vari Cordoba, Cambiasso, Zanetti & Co non possono giocare in eterno. Le analisi sui moduli e sui cambi tattici sono perfettamente inutili. Ranieri non può che continuare a fare del suo meglio con gli uomini che (non) ha.
(La foto di Chivu è tratta da inter.it)