CALCIO E PAROLE

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Archive for aprile 2013

Marko Arnautovic fermato dalla Polizia: eccesso di velocità in autostrada alle tre di notte

Posted by ladycalcio su lunedì, aprile 29, 2013

Brema. La pazienza del Werder Brema nei confronti di Marko Arnautovic è stata messa nuovamente a dura prova”. Così esordiva ieri l’edizione online della Wiener Zeitung.

http://bit.ly/ZYuEqb

Sono le tre e tredici di venerdì notte – o se preferite, di venerdì mattina – quando sull’A1, l’ex-nerazzurro Marko Arnautovic viene fermato dalla Polizia Stradale tedesca per eccesso di velocità.

È la vigilia di Leverkusen-Werder Brema, incontro assai delicato per la salvezza degli anseatici. Più che mai in casi come questo, un giocatore dovrebbe dimostrare tutt’altra professionalità. Quella di Arnautovic – e del compagno di squadra Eljero Elia – si commenta da sola.

Come riporta il quotidiano austriaco, infatti, “poco dopo lo stop intimato ad Arnautovic (a bordo di una Porsche, ndr), anche Elia si fermava con la sua Bentley e insieme al compagno di squadra e ad altre quattro persone, dava vita a un litigio con la Polizia” tale da richiedere l’intervento di rinforzi da parte delle Forze dell’Ordine. Un portavoce della Polizia riferisce infatti che il comportamento aggressivo delle persone in oggetto rendeva necessario l’invio di alcuni colleghi dalla Bassa Sassonia.

Si apprende che Arnautovic avrebbe ecceduto il limite di velocità di ca. 50 km/h. Tuttavia, dato che i test etilici sono risultati negativi, l’austriaco se la caverà con una multa, senza che nei suoi confronti venga avviato alcun procedimento penale.

La Wiener Zeitung ricorda come Arnautovic non sia nuovo a comportamenti negativi fuori dal campo. Già l’anno scorso era stato chiamato a rapporto dalla Polizia per aver offeso un poliziotto che, a Vienna, l’aveva fermato a un posto di blocco: “Guadagno talmente tanto, che posso comprare la tua vita!”, erano state le parole dell’ex-interista. Il “Bad Boy”, come lo definisce il quotidiano viennese, aveva successivamente chiesto scusa.

Tornando a venerdì, i due giocatori sono stati sospesi dal tecnico del Werder Thomas Schaaf per la partita contro il Leverkusen (poi persa 1-0 per un rigore controverso); come si apprende oggi, la Società ha poi esteso il provvedimento fino alla fine della stagione in corso. Il Brema, giunto a 10 incontri consecutivi senza vittorie, si trova ora in zona retrocessione.

Nuovo record positivo, invece, per il Bayern Monaco, che battendo 1-0 il Freiburg ha ottenuto la 20^ vittoria stagionale a rete inviolata: un’ impresa mai riuscita a nessuna compagine della Bundesliga. La squadra guidata da Jupp Heynckes vanta ora la quota record di 84 punti (primato precedente: gli 81 punti ottenuti dal Borussia Dortmund la scorsa stagione).

Gustoso siparietto sul terreno dell’Allianz Arena, dove gli addetti al Servizio d’Ordine sono intervenuti per “placcare” una graziosa ragazza protagonista di un’invasione di campo in déshabillé.

 

 

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Bayern-Barça, Marianella-Mauro, Müller-Möller, Götze-Götz (!!!) Che confusione su Sky!

Posted by ladycalcio su giovedì, aprile 25, 2013

Twit SkySport Thomas Müller

Barça che affonda al cospetto del Bayern (4-0). Ma a fare acqua non è soltanto la squadra di Vilanova: l’imbarcata la prendono anche Massimo Marianella, telecronista Sky, e Massimo Mauro, autore del commento tecnico.

Parliamo di Thomas Müller, classe 1989, giocatore emergente del Bayern Monaco e della Nazionale tedesca.  Sì, d’accordo, contro il Barcellona è stato protagonista di una doppietta, ma non che prima di ieri sera fosse un perfetto sconosciuto: basti citare le 19 reti da lui messe a segno in 52 incontri ufficiali nella stagione 2009-10, al termine della quale fu presente nella finale di Champions League persa contro l’Inter. A Sudafrica 2010 vinse la Scarpa d’Oro, con 5 reti mondiali all’attivo. Soltanto per fare un altro esempio, Thomas Müller fu successivamente il realizzatore dell’ 1-0 contro il Chelsea nella finale di “Champions” 2012, poi persa dal Bayern ai calci di rigore. Da tempo ha suscitato l’ammirazione del grande Gerd Müller, leggendario campione del Bayern degli anni ’70 del quale porta il pesantissimo cognome, ma….

…ma cosa fanno Marianella e Mauro per tutto il primo tempo di Bayern-Barcellona? Ebbene sì: lo chiamano “Möller“! 😯 Proprio così, cari increduli lettori.

Che lo” juventinismo” traboccante di Mauro abbia contagiato anche il bravo Marianella, impeccabile voce del calcio inglese?

Quando si dice l’inconscio. Non per nulla, Andreas Möller, detto “Andy“,  classe 1967, è un ex-bianconero 🙂 . Anch’egli nazionale tedesco (da fine anni ’80 a fine anni ’90), militò fra l’altro nel Borussia Dortmund (con cui vinse la Champions League ’97), nello Schalke 04 e, appunto, nella Juventus (dal ’92 al ’94).  Campione del Mondo a Italia ’90 nella Nazionale guidata da Franz Beckenbauer, lasciò un segno indelebile fra i classici delle “perle” TV tedesche quella volta in cui gli venne chiesto dove avrebbe giocato in futuro: “O a Milano o a Madrid, basta che sia in Italia”, 😆  rispose.

Ma che c’entra tutto questo con Thomas Müller e con Bayern-Barcellona?

Assolutamente nulla 🙂 . Eppure, Marianella e Mauro continuano a chiamare Müller … Möller 😳 . Perbacco, qualcuno dalla Regia o dallo Studio se ne accorgerà prima o poi…  🙄 Prima o poi glielo diranno, no?

No. All’inizio del 2° tempo, Ladycalcio non ne può più e invia a SkySport il Twit che vedete sopra: “Dite a Marianella e a Mauro che l’attaccante del Bayern si chiama Thomas MÜLLER – e non MÖLLER. Vergogna!” 😳

Passano un paio di minuti – il tempo tecnico per verificare l’errore e inoltrare il messaggio –  e al 52′,  ecco Marianella prodursi finalmente in un bel “Müüüller“! 🙂

Se vi siete persi la partita o non ci avete fatto caso, potete rivedere le repliche su Sky e verificare di persona. “Müller” una volta, “Müller” due volte, “Müller“…. vuoi dire ci siamo? Macché! Poco dopo, si ricade nel “Möller”. Poi di nuovo “Müller: Müller… Möller… Möller… Müller.… 🙄

Il supplizio ha fine al 28′ del 2° tempo, quando Möller… pardon, Müller 😆 , lascia il campo sostituito da Pizarro.

Ma nel postpartita…

… Fabio Caressa riprende la notizia di mercato del giorno: il passaggio di Mario Götze (Borussia Dortmund) al Bayern Monaco.

Ma di chi ci parla Caressa? Per la serie “il consulente linguistico è un optional“, ci parla di “Götz” 😯 .  E se in tempi di crisi Sky risparmia sulla consulenza linguistica, noi gliela facciamo gratis: “Götze” si pronuncia con la “e” finale. Questo, a scanso di confusione con Falko Götz, allenatore ed ex-calciatore tedesco originario dell‘ex-DDR, il quale, conclusa la carriera attiva (da fine anni ’70 a fine anni ’90)  ha allenato fra l’altro l’Hertha Berlino, il Monaco 1860 e la Nazionale del Vietnam.

Buon per lui, Caressa passa poi al romanesco, annunciando che “Mourinho comincia a sentire il ‘friccicorino’ 😯 della Champions“. Espressione che ci riporta al  “friccico ner core” in Tanto pè cantà di Nino Manfredi. “Rintontoniti”, a questo punto, lo siamo già.

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L’INFERNO ALLA MARATONA DI BOSTON: PAPA FRANCESCO, PER FAVORE, PARLA DELL’INFERNO ETERNO!

Posted by ladycalcio su martedì, aprile 16, 2013

Il mio consiglio agli amici dell’atletica leggera: lasciate perdere le maratone negli Stati Uniti. Andate a correre altrove e avrete solo da guadagnarci.

La bidonata di New York dello scorso autunno (la gara venne annullata all’ultimissimo momento senza il minimo rispetto – né rimborso- per chi si era sobbarcato una lunga preparazione e un viaggio intercontinentale con i sudati risparmi) non è nulla in confronto al bagno di sangue occorso ieri a Boston.

L’ennesima festa sportiva si è trasformata in tragedia e in morte. Storie uniche di atleti che stanno per giungere al traguardo – vuoi per coronare il sogno della loro vita, vuoi in procinto di stabilire un personale, di vincere la sfida contro un malattia o contro se stessi – che si ritrovano senza le gambe. Urla, sirene, il fumo acre che appesta l’aria. Sono immagini terribili, che ci spingono a domandarci dove stia andando il mondo e quali forze lo governino: quali forze governino il cuore di uomini che giungono a commettere azioni tanto efferate.

Tutto questo non trova spiegazione se non visto dalla prospettiva del Male. Il desiderio di noi tutti è che i responsabili di questo ennesimo crimine vengano innanzitutto assicurati alla giustizia umana – senza lacrime o compatimenti se un giorno li vedremo nel braccio della morte.  I garantisti ad oltranza pensino alle vite che hanno spezzato o irrimediabilmente rovinato, all’integrità fisica che le loro vittime hanno per sempre perduto. Ne immaginino le sofferenze quotidiane per la vita intera.

Le immaginino soprattutto i preti giulivi che, peraltro contro la dottrina Cattolica e le Scritture, predicano il perdono e la misericordia di Dio spettanti di diritto a chi non soltanto non li cerca, ma addirittura ci sputa sopra.

In tema di attentati USA, non posso dimenticare l’infelice sortita del defunto Don Oreste Benzi dopo l’attentato alle torri di New York.  Durante un dibattito televisivo, fra la costernazione di politici, criminologi, giornalisti ed esperti vari alla ricerca di un antidoto al terrorismo, Don Benzi se ne uscì candidamente con la proposta di perdonare i terroristi.

Caro Papa Francesco, tu che sei uno sportivo, una grande persona e un uomo coraggioso che non esita a rompere con gli schemi: davanti a questa tragedia, abbi finalmente il coraggio di andare al di là degli  schemi ipocriti delle omelie sulla misericordia e sul perdono divino proposti in modo scandalosamente fuorviante, quasi questi spettassero di diritto a chi, nel pieno possesso del libero arbitrio, sceglie deliberatamente la via del  male e la persegue caparbiamente. Abbi finalmente il coraggio di parlare della SCURE del Signore, del castigo, delle atroci pene dell’Inferno che attendono chi non si pentisse di questo e di simili crimini. Dacci come conforto la certezza di una Giustizia Divina al termine di questa vita, in cui i carnefici sembrano sempre farla franca. Invoca sì la grazia del pentimento per chi ha causato tanto dolore, ma mettiti anche dalla parte di chi è stanco di vivere in un mondo nel quale degli sportivi onesti e innocenti come te, che partecipano felici a una corsa, ne escono senza le gambe. È una forma di rispetto nei confronti delle vittime, stante il fardello di sofferenza che li attende per tutta la vita.

Riporta il concetto di perdono al suo giusto significato. Sentire i tuoi preti fare il “predichino” ipocrita esortando a perdonare gratis chi ostinatamente rifiuta Dio e il suo perdono – e anzi, già architetta il prossimo attentato  per infliggere ai suoi simili ulteriori e più terribili sofferenze – fa venire il voltastomaco, te lo assicuriamo. E fa fuggire molti dalla Chiesa.

Fortissima, pressoché irresistibile, sarebbe la tentazione di augurare a questi  indefessi crociati del perdonismo gratuito di trovarsi al posto delle vittime e di sperimentare su se stessi, oltre alle sofferenze che non provano e che non conoscono, le “lezioncine” che propinano agli altri dall’alto del loro pulpito. Ma questo sarebbe a sua volta fare il male e dunque, ci asteniamo dal farlo.

Piuttosto, invito tutti coloro che mi leggono a una preghiera di cuore per gli amici sportivi scomparsi o gravemente feriti e per i loro cari- se mi legge qualche sacerdote o predicatore di qualsiasi fede, a una presa di coscienza su quanto ho scritto. Grazie.

Il link a questo post è stato inviato al Twitter Ufficiale del Santo Padre, @Pontifex_it

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AUF WIEDERSEHEN, JUVE!

Posted by ladycalcio su venerdì, aprile 12, 2013

L’orso Berni, mascotte del Bayern Monaco, azzanna le zebre juventine. Alle semifinali di Champions League accede la squadra più blasonata di Germania, reduce dalla conquista del 23° campionato a 6 giornate dalla fine.

Sabato scorso, dopo un digiuno di 2 anni, lo squadrone di Jupp Heynckes aveva riagguantato il titolo battendo in trasferta l’Eintracht di Francoforte alla 28^ giornata della Bundesliga. Il sigillo sulla “Meisterschale”era stato un colpo di genio di Bastian Schweinsteiger, eroe tragico della finale europea dello scorso anno contro il Chelsea con il suo errore sul tiro decisivo dagli undici metri.

I bavaresi surclassano la Juventus e infrangono il sogno di Antonio Conte di riportarla nelle alte sfere europee. L’Europa boccia impietosamente la Juve, scioltasi nel confronto diretto con il “Bayern dei record”: 79 goal all’attivo in campionato, (complice lo straripante 9-2 inflitto all’Amburgo), lo squadrone di Jupp Heynckes aveva esordito nel torneo nazionale con 8 vittorie di fila, segnando almeno un goal in oltre 30 incontri consecutivi e subendone finora soltanto 13 (il record della Bundesliga è di 21). Voto 10 anche in condotta, per l’assenza di cartellini rossi.

Ma il record che più aveva impressionato i sostenitori tedeschi alla vigilia del confronto con la Juve era stato un altro: quello dei festeggiamenti più tranquilli della storia societaria dopo una vittoria di campionato: niente birra, e – udite udite – rinuncia all’immancabile “banchetto” serale. La festa si era esaurita sul campo, con Ribéry a festeggiare anticipatamente il compleanno con il megafono in mano.

Saremo disciplinati”, aveva promesso Schweinsteiger nell’immediato dopopartita ai microfoni di ZDF.Lo spero…” aveva soggiunto ammiccando ai compagni festanti fuori dal tiro della telecamera. E quando a Thomas Müller era stato chiesto se sul campo non fosse mancato “qualcosa” (la birra, con la tradizionale “doccia”, ndr), l’attaccante aveva risposto scherzosamente che era perché “il Francoforte non ce l’ha come sponsor”.

Poi, tutti a casa a prepararsi per il big match contro la Juve. E per chi avesse avuto dei dubbi (stanti i memorabili “bagordi” dei tedeschi dopo le vittorie calcistiche), i canali TV tedeschi avevano ripreso Ribéry & Co all’aeroporto di Monaco mentre, appena scesi dall’aereo, si infilavano nelle rispettive autovetture per fare velocemente ritorno a casa. “La preparazione per l’incontro con la Juventus comincia da adesso”, aveva dichiarato il DS Matthias Sammer alla trasmissione “Das Aktuelle Sportstudio” (ZDF) precisando che, a Torino, alla squadra sarebbe stato richiesto molto di più sotto il profilo del gioco. “Dovremo essere in serata strepitosa”, aveva aggiunto. La Juve non è il Francoforte.

La domenica, poi, le immagini TV avevano mostrato i neocampioni di Germania svolgere diligentemente una seduta mattutina di jogging defaticante: badate bene, non chiusi nel centro di allenamento della Säbenerstraße, bensì in giro per le strade limitrofe, fra i passanti che passeggiavano lungo i vialetti. Insomma, avevano voluto dimostrare al mondo intero di avvicinarsi al grande duello facendo vita da atleti!

Martedì, proseguendo sulla stessa falsariga, Robben e Ribéry avevano rinunciato al loro giorno di riposo, partecipando all’allenamento di rifinitura della squadra.

L’imperativo in casa Bayern, del resto, è quello di tenere i piedi per terra. La conquista del 23° campionato non è che il primo passo verso l’obiettivo di uno storico Triplete, con il quale Jupp Heynckes sogna di congedarsi dal Bayern e dal calcio prima di cedere il posto a Pep Guardiola. E a questo punto, per l’allenatore tedesco si intrecciano passato, presente e futuro.

Nel 1971, infatti, Heynckes festeggiò il suo primo titolo da giocatore nelle file del Borussia Mönchengladbach di Hennes Weisweiler dopo aver agguantato, all’ultima giornata, proprio gli storici rivali del Bayern: la squadra che avrebbe poi diretto per ben 3 volte nella sua carriera di allenatore. Stamattina, l’urna del sorteggio ha decretato che in semifinale “Don Jupp” (come l’avevano soprannominato al Real Madrid, con cui vinse la Champions League nel ‘98) dovrà affrontare il Barcellona di Vilanova. Alla guida dell’Atletico Bilbao vinsi 2 volte a Barcellona, ha ricordato stamane il tecnico tedesco.

Ma torniamo al confronto di Torino. “Ciò che mi rende ottimista – aveva affermato Kalle Rummenigge prima della sfida di ritorno– è che, finora,  non siamo mai usciti da una partita in trasferta senza segnare almeno un goal. Se ci riusciremo anche contro la Juve, partiremo da un ottimo presupposto, perché a quel punto loro dovrebbero farcene 4.

La diretta di ZDF, con l’ex-portiere del Bayern Oliver Kahn nelle vesti di opinionista, inizia con l’inquadratura e la traduzione in tedesco del titolo di prima pagina di Tuttosport:Scatenate l’inferno” – “inteso in senso metaforico”, si affrettano a puntualizzare i conduttori tedeschi.

Il Bayern vince anche a Torino con un secco 2-0, reiterando la sua superiorità (soprattutto tattica)  sulla Juve, autrice di un disperato pressing iniziale. Passano i minuti e in barba ai proclami bellicosi, gli uomini di Conte non riescono a metterla dentro.  Il portiere Neuer è in serata di grazia e Thomas Müller, prese le misure all’avversario-chiave Pirlo, lo incalza e ne ingabbia la regia, impedendogli di smistare i palloni e di impostare la manovra bianconera. La Juve è costretta ad allargarsi sulle fasce, con passaggi facilmente prevedibili e intercettabili dagli esterni del Bayern.

Pogba perde il duello con Javi Martinez, mentre Robben, con le sue propulsioni centrali, mette in crisi la difesa a 3 della Juve. Con l’andare dei minuti, complice probabilmente il fattore psicologico, la Juventus va spegnendosi. Schiacciante nel possesso palla, il Bayern guadagna metri e consente alla coppia Schweinsteiger-Ribéry pericolose incursioni a rete. L’1-0 di Mandzukic, come sempre abilissimo negli inserimenti in avanti, mette fine ai sogni di gloria bianconeri.

La Juve sbanda e il peruviano Pizarro, di ritorno fra i bavaresi dopo le esperienze al Chelsea e al Werder Brema, chiude definitivamente il conto, che ammonta a 4 goal a zero nel doppio confronto. Per le aspirazioni (e i proclami) della Juve, è una bella botta. A proposito di botte, per inciso, il difensore del Bayern Van Buyten è costretto a lasciare il campo poiché vede tutto annebbiato dopo una gomitata in faccia rimediata da Vucinic.

Eppure, Heynckes non è del tutto soddisfatto. Nei primi 20 minuti, i suoi giocatori hanno perso troppi palloni, non hanno mostrato la necessaria fluidità e hanno sofferto la pressione della Juve nel reparto arretrato. “Ai Suoi uomini  serve ancora il discorso dell’allenatore nell’intervallo?” gli domandano a fine partita. Eccome!  Gli chiedono allora cosa abbia detto loro dopo la fine del 1° tempo: “Quello che dice un allenatore quando non è contento”, risponde “Don Jupp” con un mezzo sorriso.

Gli fanno presente che “Marcello Lippi ha elogiato la Sua squadra definendola a livello di Real Madrid, Barcellona e Borussia Dortmund”. Heynckes si schermisce:“Non sempre troppe lodi fanno bene. Del resto, sappiamo che nel calcio i ribaltamenti di fronte sono repentini. Non vogliamo sminuire la conquista del campionato, che era un nostro obiettivo dichiarato, ma ora ci siamo posti un altro traguardo e dobbiamo ancora dimostrare di essere effettivamente all’altezza di Real Madrid, Barcellona e Dortmund”.

All’immancabile domanda in merito al sorteggio e a un possibile duello tedesco (Heynckes aveva  affermato sin dall’inizio che non desiderava incontrare troppo presto il Dortmund), aveva sorriso: “Mi aspettavo questa domanda!”, aggiungendo: “se il Dortmund  lo incontriamo dopo, è meglio” E pare che anche Jürgen Klopp, tecnico del Dortmund, desiderasse lo stesso. Accontentati entrambi!

E la squadra? Già domani, l’attende il derby di Baviera casalingo contro il Norimberga, che lotta per un posto nell’Europa League.

Quanto a Oliver Kahn, che nel post-partita confessa candidamente di aver seguito Dortmund-Malaga comodamente dal divano di casa con in mano un buon bicchiere di vino, terminata la diretta corre dagli ex-compagni per unirsi al “banchetto” post-coppa. Stavolta la cena di gala c’è eccome, presso l’Hotel Principi di Piemonte. Manco a dirlo, con Rummenigge che gira fra i tavoli con il microfono in mano per l’immancabile “discorso”, come già faceva il “Kaiser” Franz Beckenbauer.

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Non c’è più privacy: Canal Plus filma Mario Götze mentre fa pipì

Posted by ladycalcio su lunedì, aprile 8, 2013

Götze pipìMario Götze star involontaria alla TV spagnola”:  con queste parole, il quotidiano tedesco bild.de introduce l’imbarazzante siparietto che ha avuto per protagonista l’ignaro centrocampista del Borussia Dortmund.

È in corso l’allenamento di rifinitura prima dell’incontro di Champions League Malaga- Dortmund, e Götze,  saltato oltre i tabelloni pubblicitari per recuperare un pallone rimbalzato al di là, credendosi al riparo da occhi indiscreti ne approfitta per soddisfare un’impellente necessità fisiologica.

Viene invece sorpreso dalle telecamere di Canal Plus.

 “Dopo la pausa-pipì – ironizza Bild – Götze è saltato nuovamente in campo come se nulla fosse accaduto”. Nel frattempo, invece, quelle immagini hanno fatto il giro del Mondo.

http://www.youtube.com/watch?v=ZVKf392ee2o

Il quotidiano tedesco ricorda il clamoroso precedente che nel 2009 vide protagonista il portiere Jens Lehmann nella partita di Champions League Stoccarda- Unirea Urziceni (3:1): “All’ottantesimo, Lehmann scattò improvvisamente dietro la sua porta, saltò al di là dei cartelloni pubblicitari e si accovacciò”.“Mi ha ricordato il Tour de France”, commentò l’allora Manager dello Stoccarda Horst Heldt, mentre su SAT1, il Kaiser Franz Beckenbauer osservò con teutonico humor che, tornato in porta, Lehmann sembrava più leggero…

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