Per i sostenitori nerazzurri è un film già visto, del genere horror: rosa galattica, supremazia tecnica, fisica e di uomini.
Prestazione generosa, possesso di palla schiacciante e una ridda di occasioni mancate. Si è spopolato nei confronti precedenti, ma in una certa partita, improvvisamente ed inspiegabilmente, gli schemi non entrano e il risultato non si sblocca. Colpa dell’allenatore? Della formazione sbagliata? Delle assenze? Dell’avversario che ti ha preso le misure? O soltanto una giornata storta?
Prosegue il déjà vu: cambio di modulo e di schemi, ritocchi nell’assetto della squadra e qualche sostituzione che non cambia il volto della partita.
Puntate rabbiose sulle fasce, cross al centro fuori bersaglio, suggerimenti intercettati, tiri a lambire il palo, bordate che si infrangono sulla traversa. Ci si affida al faro del centrocampo, al piede del bomber milionario, alla grinta del faticatore di turno, ai muscoli del Capitano …
Ma la porta è stregata. La partita si fa nervosa, il gioco pesante. L’arbitro estrae i primi cartellini gialli; ci scappa il rosso da questa o quella parte. Ci scappa anche l’infortunio, come è accaduto ieri a Muntari e come successo a Cordoba contro il Liverpool.
Esaurite le sostituzioni, l’arrembaggio procede disperatamente contro il tempo, con tutti i saltatori posizionati in area avversaria sui calci piazzati. Ma il risultato non si sblocca, la sponda non riesce, il pallone non trova il giocatore in profondità; viene respinto dalla traversa, finisce di poco a lato o fra le braccia di qualche portiere in giornata di grazia.
La telecamera indugia sulle facce scure di Moratti e di Tronchetti Provera in tribuna.
Si rischia la beffa sui guizzi del Milito di turno. Beffa scongiurata contro i liguri, ma sempre in agguato nei momenti no, quelli in cui “tutto va storto”. Per intenderci, in quelle serate in cui i due falli da dietro commessi ieri da Burdisso sono da rosso, la mano di Ibra da squalifica, i rigori sacrosanti vengono negati e i goal avversari in fuorigioco convalidati; quelle serate in cui, all’ultimo minuto, il pallone insidioso di turno ha la meglio sulla saracinesca Julio Cesar e in cui persino i rimpalli diventano sfavorevoli.
Occasioni in cui, improvvisamente e inspiegabilmente, l’Inter non è più la stessa. Negli anni cambiano gli attori, ma non il copione. Il pareggio contro il Genoa rispecchia in maniera preoccupante l’iter di tante altre sconcertanti prestazioni da parte di un’Inter che si credeva consolidata nell’assetto e in crescita nel rendimento e che invece, d’improvviso, s’inceppa nei meccanismi. È proprio questo il rischio più grosso che vedo per i nerazzurri in vista degli incontri chiave di Champions League, obiettivo dichiarato della stagione.
Come detto è un film già visto, aggiornato nel cast degli attori, che i sostenitori della Beneamata non desiderano rivedere in primavera, il fatidico momento in cui i loro sogni di gloria europea lasciano regolarmente il posto alle discussioni, alle recriminazioni, alle analisi sulla sconfitta più cocente della stagione ed agli strascichi polemici su risultati che non rispecchiano le potenzialità della squadra.
Mi direte: da qui a là c’è tempo, lasciamo lavorare Mourinho. D’accordo, ma ciò che preoccupa è riscontrare, anche nella “sua” Inter, quegli alti e bassi e quell’incostanza di rendimento che da anni affliggono il club nerazzurro come un bacillo misterioso, sfuggendo ad ogni logica e ad ogni analisi tecnica.
Ieri, l’Inter che aveva sempre segnato in casa da 60 partite non è riuscita ad avere ragione del Genoa a San Siro. Nonostante la superiorità numerica. E per la prima volta, si è visto mister Mourinho agitarsi vistosamente a bordocampo e perdere l’aplomb, sbottando in un plateale “vaffa” e in critiche non più tanto velate all’indirizzo dei suoi giocatori. Forse, ci si era illusi troppo presto della padronanza dimostrata contro avversari modesti (come l’Anorthosis) o in netta crisi (come la Roma).
Del resto, l’aveva anticipato lo stesso Mourinho: a una prestazione esaltante della sua squadra (vedi, appunto, quella all’Olimpico) ne segue regolarmente una sotto tono. Se mi è concessa una battuta, il tecnico lusitano provveda a regolare la “corrente alternata” dei suoi uomini in base ai futuri big match europei. Quelli in cui ci si gioca una stagione in 90 minuti.
L’Inter fa poker all’Olimpico
Posted by ladycalcio su lunedì, ottobre 20, 2008
Le magie di Ibrahimovic e le capriole di gioia di Obinna; la mesta uscita dal campo di Totti e la smorfia di disappunto di Rossella Sensi in tribuna: queste le immagini antitetiche dei protagonisti del big match Roma-Inter di ieri sera, che ha sancito il primo posto in classifica dei nerazzurri a quota 16 con 2 punti di vantaggio su Udinese, Catania e Napoli.
Tre compagini difficilmente pronosticabili ai vertici della calssifica di Serie A, a cui fanno da contraltare Juve e Roma (rispettivamente 12° e 14°) nelle posizioni di bassa classifica. Due i principali spunti di riflessione offerti dalla 7° di campionato: la crisi della Juve e, appunto, la 4° sconfitta della Roma in 7 gare (pari al numero complessivo dei confronti persi dai giallorossi in tutto lo scorso campionato), maturata ad opera di un’Inter decisamente padrona del campo e del gioco per l’intero arco dei 90 minuti: reti spettacolari, preziosi assist di un Quaresma che sembra finalmente inserirsi nel modulo di Mourinho e schemi valorizzati dalle carte vincenti Muntari e Stankovic.
4 reti nerazzurre accolte, durante la diretta su Sky, dagli imbarazzanti silenzi di Maurizio Compagnoni e Antonio di Gennaro, “bastonati” dai siluri di Ibra & Co. alla pari dei sostenitori giallorossi presenti allo Stadio Olimpico.
Pur con qualche incertezza, la difesa nerazzurra in emergenza ha avuto egregiamente la meglio sull’indiscussa classe di Totti e sugli inserimenti di De Rossi e Aquilani, caduti nel vuoto alla pari del 2-1 a favore della Roma pronosticato prima del calcio d’inizio da Billy Costacurta, commentatore in studio.
E proprio negli studi Sky, il 4-0 a favore dei nerazzurri viene definito dapprima un “risultato bugiardo”, poi, addirittura, una “sconfitta dolce nonostante il 4-0″. In seguito, alla Domenica Sportiva (Rai 2), mister Spalletti definisce il pesante punteggio subito un “risultato esagerato per il corso della partita”.
Battono lorsignori per sportività i tifosi romanisti, che in stile inglese continuano a sostenere la loro squadra nonostante il pesante passivo.
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