Ha fatto esplodere lo stadio di San Siro, regalando all’Inter il pareggio nel sofferto confronto diretto contro la Roma. È il finale dell’incontro, in procinto di chiudersi con una sconfitta nerazzurra che il resto d’Italia già pregusta.
Un tiro scagliato da lontano, che passa fra mille gambe e si insacca nell’angolo basso della porta avversaria. È come se a guidarne la traiettoria fosse una mano invisibile, in premio all’audacia di un Capitano che non si rassegna alla sconfitta della sua truppa e, da solo, avanza all’arrembaggio del “nemico”.
Poi l’esplosione di gioia, l’esultanza sul campo e l’abbraccio dei compagni. Viene dal cuore quel bacio alla maglia: la maglia nerazzurra a cui da anni è legato da una fedeltà profonda, genuina, ben al di là dei gesti esteriori di tanti suoi illustri colleghi. Dalla Curva Nord sale il grido “Un Capitano, c’è solo un Capitano…”
È argentino, Javier Zanetti. Ma “il Capitano” si identifica nell’Inter come pochi italiani hanno saputo fare, al punto da essere ormai considerato un milanese a tutti gli effetti. “Saverio”, come lo chiamano i tifosi interisti, è un’icona nerazzurra, e tale ci si augura rimanga in un ruolo dirigenziale al termine della carriera attiva.
Nel nostro campionato si vedono ben pochi tiri dalla distanza come il suo di ieri. E purtroppo, pochi professionisti come lui, da sempre distintosi per l’impegno sul campo, la costanza di rendimento e lo scrupolo che pone nella cura della sua condizione fisica. Un esempio sia come atleta, sia nella vita privata.
Zanetti non è mai stato protagonista di scandali, non ha mai fatto parlare di sé sulla stampa rosa, né Milano gli ha mai fatto perdere il sorriso, che anzi, cerca di far ritrovare anche ai meno fortunati grazie al suo impegno umanitario.
Corretto sul campo, mai sopra le righe nelle dichiarazioni, è una certezza per Mancini e per i compagni. Sempre padrone della situazione: così si potrebbe riassumere l’atteggiamento di Zanetti, oggetto di ammirazione da parte degli avversari e di tutti coloro che, come chi scrive, hanno avuto la fortuna di incontrarlo e di apprezzarne la modestia e la cortesia.
Un Capitano che fa onore all’Inter, dentro e fuori dal rettangolo di gioco.