Poteva finire con un punteggio tennistico. Con buona pace di Leonardo, che a fine partita ha definito il passivo un po’ esagerato, nessuno avrebbe potuto recriminare se l’incontro di Audi Cup di ieri sera contro il Bayern si fosse concluso 7-1 o peggio. Se i tedeschi non fossero stati così spreconi, il Milan sarebbe ritornato da Monaco di Baviera con indosso un pesante cappotto, già pronto in vista dei rigori del prossimo inverno calcistico.
E dire che l’autunno dei rossoneri si presenta quanto mai caldo, quasi bollente. Orfano di Kakà e del carisma di Capitan Maldini, il diavolo è alla disperata ricerca di rinforzi che restituiscano un volto – e soprattutto un gioco – alla squadra più blasonata del pianeta. Povero Leonardo, che gatta da pelare!
Il 4-1 di ieri sera è la 4^ batosta consecutiva rimediata nelle amichevoli estive, dopo quelle contro il Club America, il Chelsea di Carletto Ancelotti e soprattutto, il derby in terra americana perso contro l’Inter di Milito. D’accordo il fuso orario sballato al rientro dagli USA, d’accordo che il Bayern è più avanti nella preparazione. Ma la squadra di Van Gaal mi è sembrata tutt’altro che galattica. Né ci si può attaccare all’assenza di Pippo Inzaghi, stanti soprattutto le defezioni illustri da parte degli avversari (Toni, Klose e Ribéry).
Preoccupa vedere gli uomini di Leonardo allo sbando, alle prese con i soliti incancreniti problemi: i buchi in difesa, il centrocampo affidato a un Pirlo che non può essere eterno (e che ieri è apparso particolarmente sotto tono), i deficit conclamati sulla fascia destra, la scoppiatura inveterata di Ronaldinho. Schiacciato nei palleggi, nel possesso palla e nei duelli, il Milan non è riuscito che a intercettare qualche sparuto pallone in mezzo al campo e a farsi faticosamente strada verso la porta avversaria.
Né ha giovato alcunché la girandola di sostituzioni messa in atto dai due tecnici. Borriello, Gattuso & Co. non hanno certo cambiato il volto della partita. Al contrario, gli ultimi 11′ hanno visto i rossoneri infilati per ben 3 volte.
Se dal punto di vista calcistico c’è ben poco da segnalare, per la serie “Siamo tutti grandi esperti di calcio tedesco”, vi segnalo una “perla” del telecronista Bruno Longhi (Canale 5), diffusa nell’etere nel corso della presentazione della squadra bavarese: “Podolski (il noto attaccante, ndr) si è affidato all’esperto Louis Van Gaal, il tecnico, per ritornare ad essere vincente, in patria e magari anche all’estero, dopo la bizzarra stagione gestita da Juergen Klinsmann – e nel finale da Jupp Heynckes”. Peccato che “Prinz Poldi”, dopo le insanabili divergenze con Klimsmann (riportate per mesi a caratteri cubitali dalla stampa tedesca), avesse annunciato l’addio al Bayern sin dall’inizio del girone di ritorno della scorsa stagione e sia ora tornato a militare nel Colonia, la compagine dalla quale il Bayern l’aveva acquistato nel 2006.