Posted by ladycalcio su domenica, gennaio 15, 2023
Chissà cos’avrà voluto significare il tifoso che qualche giorno fa ha appeso un Calendario Ufficiale 2022 della Juventus nel bel mezzo della stazione ferroviaria di Milano Bovisa 🙂 . Probabilmente desiderava “appendere al chiodo” un deludente anno a “zero tituli”, sperando in un 2023 migliore per la Vecchia Signora.
Se il bel giorno si vede dal mattino le prospettive non sono buone, perlomeno a giudicare dalla batosta in Campionato (5-1) subita venerdì dai bianconeri ad opera del Napoli.
All’amaro della sconfitta si aggiunge l’ilarità suscitata dal sipraietto al fischio finale dell’incontro: il tecnico partenopeo Spalletti rincorre con il braccio teso il collega bianconero Allegri (con il quale non corre buon sangue) per stringeregli la mano, mentre questi cerca di guadagnare frettolosamente gli spogliatoi.
Germania e Belgio sono le grandi sconfitte di questo Mondiale.
Ridevano di noi, i tedeschi, quando per la seconda volta di fila avevamo mancato la qualificazione al torneo iridato. Ora che se ne sono tornati a casa con la coda fra le gambe, oltre che fra le polemiche, accusano la Spagna di aver volutamente perso contro il Giappone (2-1) per evitare di incontrare il Brasile agli ottavi.
Fra le mille proposte di novità e cambiamenti nel calcio, dico la mia: come nelle Coppe Europee, anche nelle competizioni per nazionali vedrei meglio i sorteggi che non il tabellone con gli incontri già designati. In occasione di Mondiali ed Europei, le accuse e i sospetti di “biscotto” sono infatti sempre più frequenti e rischiano di falsare l’esito dei tornei.
In un’intervista a “Die Welt”, il centrocampista tedesco Joshua Kimmich ha definito l’eliminazione della Germania a Qatar 2022 come “il giorno più difficile della mia vita”, non nascondendo la paura personale di “cadere in un buco nero”.
Su ZDF, l’attaccante del Bayern Thomas Müller parlato di un “disastro assoluto”, mentre l’ex Michael Ballack ha recriminato contro la validità del goal del Giappone, ribadita per contro dalle immagini e dalla Fifa.
Ad ammettere l’amara verità è stato il CT Hans Flick ad ARD: già dopo il primo tempo il tecnico tedesco era contrariato dalle infinite occasioni sprecate dai suoi uomini, che se concretizzate, avrebbero potuto vedere la Germania in vantaggio di tre goal. Invece, quella che si è vista è stata davvero una brutta squadra: scadente negli schemi, sprecona e – se mi è consentito esprimere un parere scomodo nell’epoca della globalizzazione imperante-, snaturata nel classico ed esaltante gioco tedesco dai troppi oriundi.
L’uscita del Belgio (sconfitto per 2-0 dal Marocco) si è trasformata nel dramma personale di Romelu Lukaku, che al termine della partita ha lasciato il terreno di gioco coprendosi il volto con la maglia e sferrando un poderoso cazzotto alla panchina: un triste epilogo assurto a simbolo della disfatta dei Diavoli Rossi e della loro “bandiera”.
Il fallimento ha avuto come conseguenza le dimissioni del CT Roberto Martinez, che con tutta probabilità aveva convocato Lukaku più per il prestigio del suo nome che per la forma fisica, notoriamente precaria dopo i guai muscolari accusati all’Inter. Persa l’occasione di collezionare finalmente un trofeo internazionale, la Nazionale Belga, con 11 convocati Over 30, è ora chiamata a un rinnovamento totale.
Posted by ladycalcio su martedì, novembre 22, 2022
È costato 300 miliardi di dollari, alla faccia della crisi economica mondiale, del Covid e di chi vive nella miseria più nera.
Ogni 13 secondi un bambino nel mondo muore di fame, e andate a raccontarlo a quella povera gente che questo ragionamento è pura demagogia. I sostenitori della logica economica imperante e capitalistica vi risponderanno che i massicci investimenti di denaro profusi per le grandi manifestazioni sportive hanno sempre un ritorno in termini di infrastrutture, benessere e creazione di nuovi posti di lavoro, e che insomma, si tratta pur sempre di soldi ben spesi a vantaggio della comunità umana.
Ma è proprio così? Assolutamente no, perlomeno per i Mondiali di Calcio di Qatar 2022, che faranno semplicemente piovere sul bagnato di un Paese già fra i più ricchi del mondo, peraltro talmente antidemocratico e irrispettoso dei diritti umani e civili da essere relegato al 128° posto (su 167 Paesi) da una recente inchiesta condotta dal settimanale britannico The Economist sull’indice di democrazia.
Il Mundial islamico, inserito nella Qatar National Visual 2030, è parte di un progetto governativo d’investimento ad ampio raggio sulle infrastrutture e l’industria locale. Lo aveva annunciato, a suo tempo, lo sceicco Ahmed Bin Nasser Bin Jassim Al Thani, ambasciatore del Qatar in Russia e membro della famiglia reale; concetto ribadito senza mezzi termini da Fatma Al Nuaimi, Capo della Comunicazione del Comitato Organizzativo del Mondiale, che aveva precisato la natura dei progetti infrastrutturali: nuove strade, una metropolitana, un aeroporto, alberghi e strutture turistiche ricettive, e dulcis in fundo, un’intera città nuova – Lusail – 23 km a nord dal centro della Capitale Doha, sviluppata su più di 38 km quadrati e sede del nuovo Lusail Iconic Stadium (capienza attorno agli 86mila posti) in cui si svolgerà la Finale del 18 dicembre prossimo.
Nulla a che vedere, dunque, con i progetti umanitari e la lotta contro la fame, la povertà e la malattia. Gli introiti da paura del Mundial sono finalizzati al restyling di un Paese già ricco sfondato, e quanto ai posti di lavoro, si stima che la costruzione dei nuovi stadi per la rassegna iridata sia costata la vita ad oltre 6500 operai (dato riportato dal Guardian nel febbraio 2021), in prevalenza migranti provenienti da India, Bangladesh, Sri Lanka, Nepal, Pakistan, Kenya e Filippine. Ma la tragica cifra è senz’altro molto più alta, considerati i decessi avvenuti dopo il febbraio ’21 e il fatto che non tutte le ambasciate dei Paesi sopracitati hanno fornito dati ufficiali sui lavoratori deceduti.
Sui temi accennati vi invito a leggere un significativo approfondimento apparso il 19 novembre scorso su Avvenire a firma di Massimiliano Castellani, linkato in calce a questo post.
Per citare Franco Califano, il resto è noia: l’assenza degli Azzurri, l’infortunio del Pallone d’oro Benzema, la faraonica inaugurazione, la sconfitta del Qatar per 2-0 nella partita inaugurale, la Pulce Messi che segna nel suo 4° Mondiale nonostante la sconfitta dell’Argentina contro l’Arabia Saudita (2-1).
Da segnalare che in segno di solidarietà contro i soprusi perpetrati nel Paese, in Inghilterra-Iran (6-2) nessun giocatore della Nazionale iraniana ha cantato l’Inno. Prima del fischio d’inizio, difesi dal Governo britannico, i giocatori inglesi si sono inginocchiati secondo il taking the knee, per condannare le violenze e le discriminazioni razziali.
Il bellissimo articolo di Massimiliano Castellani su Avvenire:
Posted by ladycalcio su domenica, ottobre 30, 2022
Freddato sotto casa da due uomini in moto un’ora prima di Inter-Sampdoria: è accaduto ieri sera a Figino, un piccolo borgo alla periferia Ovest di Milano. Pluripregiudicato con alle spalle 26 anni nelle patrie galere, Boiocchi, 69 anni, non si trovava a San Siro poiché soggetto al divieto di avvicinarsi allo stadio nel raggio di 2 km.
Il curriculum del capo ultrà nerazzurro, che potete leggere al link qui sotto, fa davvero poco onore a FC Internazionale:
Né fa onore alla Società nerazzurra, agli Steward dello Stadio Meazza e alle Forze dell’Ordine quanto accaduto dopo il primo tempo della partita: ritirati gli striscioni, gli Ultras hanno lasciato la Curva, costringendo tutti i tifosi che occupavano il settore (al secondo anello verde) a fare altrettanto.
Chi frequenta lo Stadio Meazza lo sa bene: gli uomini di servizio con la pettorina (gli Steward, appunto), se la tirano nei settori tranquilli e se la battono quando si tratta di intervenire. Quelli del primo settore rosso sono specializzati ad allontanarti dalla balaustra quando stai fotografando l’entrata delle squadre in campo; più o meno tutti ti rompono le scatole se al fischio finale vuoi goderti l’atmosfera dello stadio che si svuota e fanno pressing per farti uscire, spalleggiati da gradassi della Security con l’aria da tiraschiaffi. Al secondo anello verde però – ma guarda che caso – gli Steward sono sempre assenti, così come i tiraschiaffi in divisa e la Polizia. In quella terra di nessuno, i padroni del vapore sono i facinorosi che, come dalla polemica scoppiata sui social, ieri sera hanno costretto tutti gli spettatori paganti del secondo verde- pare con le cattive – ad andarsene. Un bel ritratto per l’Inter cinese del presidentino Zhang, che nella conferenza stampa del giorno precedente aveva sciorinato dati, cifre e progetti in stile British (cioè senza spiaccicare una parola d’ialiano)
Chi scrive ha più volte questionato sul posto e denunciato su questo blog l’inefficienza degli Steward e della Sicurezza nello stadio. Ecco un fulgido esempio della sorveglianza a San Siro:
Posted by ladycalcio su venerdì, settembre 23, 2022
Da “Lottando”, “tornerò presto” (lo scorso 22 agosto) a “non ho più niente da dare in questo momento” (ieri): un capovolgimento di fronte totale nel giro di un mese esatto, quello di Andrea Ranocchia, che in un lungo video su Instagram ha voluto spiegare le ragioni del suo addio al Monza e al calcio giocato. Un video e una “spiegazione” che, come sempre avviene in questi casi, lasciano aperti tutti i dubbi e gli interrogativi del caso.
A inizio stagione, in occasione di Monza-Frosinone di Coppa Italia, questo blog aveva dedicato a “Frog” un post con alcune foto esclusive scattate all’U-Power Stadium.
Purtroppo era seguito il grave infortunio contro il Napoli (frattura composta del perone e distorsione della caviglia), che avrebbe imposto all’ex-nerazzurro, non nuovo a dover lottare contro gravi problemi fisici, un nuovo lung stop. Ma la ragione del ritiro (e dell’attuale stato d’animo del difensore) non può essere soltanto quella. Come accennato dallo stesso Andrea, andrebbe ricercata “nell’ultimo anno e mezzo”; probabilmente a cominciare dalla cessione dall’Inter – della quale era tato a lungo un importante uomo-spogliatoio -, che nel post-Covid aveva stretto di brutto i cordoni della borsa.
Avrei desiderato vedere ancora per un po’ Ranocchia sui campi di gioco, ma questa è la sua decisione. A nome di tutti gli sportivi e amanti del calcio, non mi resta che augurargli una perfetta guarigione dal brutto infortunio e un futuro ricco di gioie e di soddisfazioni qualunque strada deciderà di intraprendere.
Non senza un GROSSO GRAZIE per l’impegno e la passione profusi sul campo in tutti questi anni e per tutti i momenti belli che ci ha fatto vivere.
Posted by ladycalcio su giovedì, settembre 8, 2022
Un divario imbarazzante sotto tutti i punti di vista, a cominciare – una volta di più – dalla corsa e dalla condizione atletica. Venivano avanti come missili i giocatori del Bayern, rimanevano FERMI sul campo come stoccafissi quelli dell’Inter. Non è un modo di dire: i nerazzurri non erano soltanto lenti, ma FERMI sui due piedi nel vero senso della parola. Se al posto dei suoi difensori e centrocampisti Simone Inzaghi avesse schierato dei paracarri, il risultato sarebbe stato lo stesso; forse, addirittura migliore in termini di solidità.
Per non parlare dell’inferiorità tecnico-tattica. Schiacciata nella sua metà campo, l’Inter si è distinta per lentezza, mancanza di grinta e di schemi, continui retropassaggi e marchiani errori nelle pochissime occasioni sotto la porta del Bayern: notte fonda rispetto alla velocità e alla classe di Sané e Mané.
Da salvare l’esordio fra i pali di Onana (errore sul palo a parte), chiamato a un battesimo di fuoco contro una delle squadre più forti del mondo, mentre l’assenza di Lukaku non può in alcun modo giustificare la penosa prestazione dei nerazzurri, fortunatamente contenuta in una sconfitta per 0-2.
Ai buoni osservatori non sarà sfuggito che dal sorteggio di Champions League in poi l’Inter è apparsa spenta e insicura, regalando preziosi punti nella lotta Scudetto contro la Lazio e il Milan. Non certo un segnale di salute sotto il profilo psicologico. Ciliegina sulla torta in una serata tutta storta, l’autogoal di D’Ambrosio.
Nella disamina del post-partita, il tecnico tedesco Julian Nagelsmann ha lamentato l’eccessivo allargamento degli spazi da parte dei suoi uomini in qualche occasione della prima parte della partita, che hanno permesso all’Inter qualche raro affondo verso la porta di Manuel Neuer. Come vorrebbe Simone Inzaghi avere di queste preoccupazioni!
Il mister nerazzurro deve invece fare i conti con la deficitaria condizione atletica dei suoi giocatori e con il non gioco della squadra, non certo risolvibile con le ormai canoniche 4-5 sostituzioni estemporanee a partita. Nel girone di Champions League, a zero punti dopo la prima partita, l’Inter è attesa, fra l’altro, da due scontri contro il Barcellona e dal ritorno a Monaco in casa del Bayern.
3-2 sul Frosinone: l’esordio in Coppa Italia di Andrea Ranocchia con la maglia del Monza, avvenuto domenica scorsa all’U-Power Stadium (lo Stadio Brianteo), si è concluso con una vittoria casalinga di misura dei brianzoli davanti a 4.532 spettatori.
Non sarà un’affluenza da Stadio Meazza, ma un buon auspicio per la neopromossa in Serie A senz’altro sì…
Posted by ladycalcio su mercoledì, aprile 13, 2022
Pareggio all’88’ con Chukwueze, quando già si pensava ai tempi supplemantari, con il Bayern forte della rete di Lewandowski al 52’ che pareggiava la sconfitta per 1-0 dell’andata.
Invece, con un guizzo repentino che ha spiazzato la difesa bavarese, il Villareal ha fatto il colpaccio, eliminando i tedeschi e qualificandosi per le semifinali di Champions League.
L’avventura in Champions di Nagelsmann & Co. finisce ai quarti, per la costernazione dei tifosi assiepati all’Allianz Arena, dei pluricampioni di Germania e dello stesso tecnico, apparso nella conferenza stampa del post-partita come un cane bastonato: con il capo costantemente abbassato, nel suo tedesco stretto e serrato, Julian Nagelsmann non ha cercato scuse, meno che mai in direzione delle voci destabilizzanti sempre più insistenti che vorrebbero Lewandowski in partenza a fine stagione.
Secondo la sua disamina, condivisa dal portiere Manuel Neuer e dall’ex-estremo difensore del Bayern Oliver Kahn, fra gli opinionisti più quotati di Germania, la squadra si è giocata la qualificazione non ieri sera, bensì nell’incontro d’andata, perso appunto per 1-0.
Sulla prestazione di ieri, Nagelsmann ha ben poco da rimproverare ai suoi uomini, al di fuori della solita vulnerabilità della linea difensiva alta sulle ripartenze avversarie: un rischio inevitabile, ha sottolineato, quando si deve rimontare un risultato sfavorevole. Abbacchiatissimo, in contrasto con i toni di superiorità ostentati prima dell’incontro, il coach del Bayern, dopo aver ammesso che l’eliminazione ai quarti rappresenta un chiaro fallimento per le ambizioni della Società in Europa, ha persino espresso il timore che il contraccolpo psicologico di questa eliminazione possa influire negativamente sul rendimento dei suoi uomini in Bundesliga.
Raggiante Unai Emery, tecnico del “Sottomarino Giallo”, riuscito nell’intento di neutralizzare il gioco, a lungo studiato, con il quale il Bayern si era distinto in questo torneo per una serie di vittorie schiaccianti (7-1 sul Salisburgo e 5 reti rifilate alla Dinamo Kiev e al Benfica). Emery ha dichiarato di credere nel suo percorso, che come si conviene a uno “Yellow Submarine”, lo porterà nella terra dei Beatles ad affrontare il Liverpool, che questa sera ha eliminato il Benfica.
Ecco gli highlight di Bayern-Villareal e la festa degli spagnoli negli spogliatoi:
Qualità e spettacolo. Manchester City-Liverpool, big match di Premier League di ieri, può riassumersi in queste due parole.
La partita ha deliziato gli spettatori con tutto ciò che manca nel nostro campionato: tasso tecnico elevatissimo, velocità a costo di sbagliare qualche giocata, tocchi di prima, difese alte seppur correndo qualche rischio. Le due squadre hanno giocato a calcio fino in fondo, sempre cercando di vincere e senza mai accontentarsi del pareggio.
Hanno coronato l’incontro quattro reti stupende di Kevin De Bruyne (5’) e Gabriel Jesus (37’) per il City e di Diogo Jota (13’) e Sadio Mané (46’) per il Liverpool, indici di giocatori di qualità, con in più il brivido del 3-2 per il City annullato a Sterling per fuorigioco.
Il match è terminato con le immagini degli abbracci fra due allenatori invidiabili – Klopp e Guardiola – e fra i giocatori in campo, merce rara da noi.
E mentre De Bruyne si è divertito con questa partita, a noi è toccato il pietoso 0-0 di Torino-Milan, coronato dalle ciccate del “gallo” Belotti, dai tiri sul fondo di Ricci, da quelli sul corpo degli avversari di Tonali e dalle conclusioni in bocca al portiere di Calabria e Giroud.