CALCIO E PAROLE

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Milan Campione d’Europa 2007: fu vera gloria?

Posted by ladycalcio su domenica, luglio 1, 2007

Ancelotti

22 maggio 2007

Prima che i fuochi d’artificio della 7° coppa rossonera illuminino a giorno le fitte ombre di una stagione mediocre e i clacson assordanti dei milanisti in festa coprano il fragore di un’annata di polemiche, giova ricordare come l’approdo del Milan a questa finale sia figlio di un format prettamente utilitaristico mirato alla spartizione della ricca torta degli introiti economici e dei diritti televisivi, ma non certamente ai valori calcistici.
A costo di suonare ripetitivi, va ribadito che il Milan non avrebbe neppure dovuto disputare il torneo. Scampata la retrocessione, pianto per l’intera stagione sugli 8 punti di penalizzazione inflittigli e staccato di 33 punti dai cugini Campioni d’Italia, il diavolaccio rossonero scacciato dalla porta è rientrato dalla finestra insinuando la coda nei preliminari di Champions League e facendosi diabolicamente strada fino a un passo dal trono d’Europa.
Un trono del quale, in tutta onestà, non mi pare all’altezza neppure in una competizione scaduta a livelli commerciali come la Champions League. Un tempo, la regina d’Europa emergeva dall’elitaria cerchia dei campioni nazionali: le squadre vincitrici dell’allora Coppa dei Campioni innescarono dei cicli plurivittoriosi in Europa e nei rispettivi Paesi, diedero vita a vere e proprie scuole calcistiche e a nazionali costruite sul loro modulo di gioco e con i loro campioni.
L’Ajax degli anni ’70, forte di fuoriclasse come Johan Cruijff, Ruud Krol e Johan Neeskens, segnò l’avvento del calcio totale, poi trasferito dal tecnico Rinus Michels alla Nazionale Olandese vicecampione mondiale ’74; il Bayern di Sepp Maier, Franz Beckenbauer e Gerd Müller già costituiva l’ossatura della Germania Campione del Mondo di Helmut Schön; per non parlare del grande Real, che segnò un’intera epoca del calcio. In tempi più recenti, pur guastato dall’apertura alle quarte classificate dei campionati nazionali, dai gironi infiniti e dai sorteggi a 4 urne, il torneo sortì pur sempre buone regine come il Borussia Dortmund (’97), squadroni come il Manchester United (’99) e il Bayern (2001) e interessanti rivelazioni come il Liverpool (2005).
Al di là del tifo, l’attuale Milan mi pare invece tutt’altro che “Grande grande grande”, titolo tributatogli a caratteri crescenti da “La Gazzetta dello Sport” all’indomani della qualificazione alla finale ai danni di un Manchester privo di nove titolari. Né mi sembra il “Milanissimo” definito tale sulla prima pagina di Tuttosport o il “Meraviglioso Milan” visto dal Corriere dello Sport. Senza nulla togliere all’encomiabile spirito di gruppo sfoderato dai rossoneri in semifinale e alla prestazione di squadra derivatane, le credenziali di un’aspirante regina d’Europa sono ben altre.
Dal punto di vista prettamente calcistico, questo Milan non può dirsi tale a nessun livello, vuoi tecnico, di organico, di prestazioni o di immagine. Ecco perché non può vincere la competizione senza screditarla.
Forte di Kakà come unico campione all’apice, vive del coraggio di Maldini, della generosità di Gattuso, dei guizzi di Pirlo, del rendimento altalenante di Seedorf e del cuore di Inzaghi, oltre che della bravura di Ancelotti nel fare dei vari disastrati reparti una squadra: in porta “paperone” Dida, davanti a lui una vetusta difesa colabrodo, sul fronte offensivo un attacco assurto a barzelletta per mezzo campionato, che con i goal mangiati da Oliveira e l’inconsistenza di Gilardino ha costretto la Dirigenza rossonera al ripescaggio di Ronaldo in terra di Spagna dopo il fioccare dei rifiuti da parte dei migliori attaccanti. Si spiegano così il 4° posto in un campionato senza la Juve e l’abissale distacco dall’Inter.
Per non parlare dell’ilarità suscitata lo scorso autunno dal Milan quint’ultimo in classifica: il vittimismo e l’autocommiserazione tante volte rinfacciati ad altri si tradussero nella pubblicazione sul sito ufficiale di una presunta lista dei “misfatti” ai danni dei rossoneri, nell’invio a Controcampo (Italia 1) del legale sociale Avv. Cantamessa nel ruolo di accusatore e in un lavaggio del cervello pro Milan sulle reti Mediaset da taluni addirittura sospettato di poter indurre sudditanza psicologica negli arbitri.
Ciechi alle pecche della loro squadra e corti di memoria per loro prerogativa, i tifosi milanisti non vedono nulla di ciò. Non ho trovato un solo nerazzurro che giustifichi il 6-2 subito a Roma dall’Inter; conto sulla punta delle dita gli juventini che hanno accettato la retrocessione come una giusta punizione dopo Moggiopoli; per contro, non ho incontrato alcun rossonero men che convinto che l’attuale Milan sia uno squadrone da élite europea. Ma quel che è peggio, è che i limiti del Milan non li vedono neppure gli addetti ai lavori. Stampa e commenti televisivi sono improntati a una partigianeria dai connotati provincialistici, volta a sostenere i rossoneri a qualunque costo.
Si dice che il diavolo faccia le pentole ma non i coperchi. Ma è anche vero che nelle stagioni calcistiche vi sono dei segnali premonitori, primo fra i quali un cammino caratterizzato dalla fortuna propria e dalla sfortuna altrui. Si vedano il Manchester con le stampelle, il Bayern privo di due importanti titolari squalificati (Kahn e Van Bommel) e il Liverpool, prossimo avversario, da metà stagione senza il jolly di coppa Luis Garcia (infortunio ai legamenti) e con Kewell, giocatore-chiave sulla fascia sinistra, al rientro dopo due interventi chirurgici.
Tutto, cabala compresa, parla a favore del Milan, accreditato dai bookmakers come vincitore pressoché certo.
Del resto, nel calcio vince chi la mette dentro, non importa come. I segnali della stagione sono unanimi nel preannunciare che sarà così. A proposito, è di un paio di giorni fa la notizia che il Liverpool rischia di perdere anche l’apporto di Zenden, faro della fascia sinistra, che ha rimediato una brutta botta alla caviglia in allenamento. Inutile precisare che la sua eventuale assenza, sommata all’assoluta mancanza di forma di un Kewell con pochi minuti di gioco all’attivo, azzererebbe la manovra degli inglesi nella parte sinistra del campo. Ora, alla ricca batteria di diaboliche pentole manca soltanto l’ultimo trionfale coperchio sotto forma di qualche situazione controversa sul campo o dell’ennesimo “colpo gobbo” del destino. Ma che importa? Agli annali resterà il 7° titolo europeo dei rossoneri, nel ricordo collettivo i bagliori di una notte di festa a illuminare il buio di un’intera stagione. Un’ottima pubblicità per il calcio italiano, una pessima per il calcio.

12 Risposte to “Milan Campione d’Europa 2007: fu vera gloria?”

  1. michele said

    Grazie di cuore per il Suo articolo. Spero che in futuro Lei abbia modo di scriverne altri dello stesso tenore e, soprattutto, produttivi dei medesimi risultati.
    Distinti saluti.

  2. Francesco said

    Sono uno juventino di Diamante (CS).
    Sono pienamente d’accordo sul fatto che il Milan non ha dimostrato di essere la squadra più forte d’Europa e, altresì che le reti mediaset aiutino non poco la “causa” rossonera.
    D’altro canto però penso, che una società che ha vinto 7 coppe dei campioni, 3 intercontinentali ecc., non debba essere solamente tacciata di fortuna e aiuti d’ogni genere.

    Cordiali saluti

  3. ladycalcio said

    Caro Francesco, le mie critiche si riferivano alla vittoria di questa Champions League.

  4. Marco said

    In realta` la fortuna del milan e` stata a monte e questo non bisogna trascurarlo: il milan a detta di tutti gli addetti ai lavori e` stata la testa di serie inserita nel girone di qualificazione piu` facile, e nonostante cio` ha rimediato solo 10 punti, tanto quanto la vituperata inter di champions. In quella fase il milan era in uno stato di forma imbarazzante, nesta disperso e brocchi titolare (vedi infatti figuraccia a manchester).

    Ma lo “scandalo” assoluto sono stati gli ottavi di finale: tutti avrebbero voluto il celtic. il milan poteva essere abbinato perfino al barcellona e si e` ritrovato proprio il materasso celtic. E che dire poi del suicidio in diretta di Gilardino all’andata (coi giornali italiani che tacevano o dicevano che non era ne’ rigore ne’ simulazione!!), e al ritorno il nettissimo rigore negato agli scozzesi, il gioco nullo contro la nullita` offensiva del Celtic. Nel frattempo il commento da PCUS della rai imperversava lodando le due squadracce. Superato lo scoglio, il disastrato bayern post-magath ha opposto ben poca resistenza (se poi gol fuorigioco vengono anche colpevolmente convalidati…). Ma ripeto che ormai il danno era fatto: il rendimento del milan negli ultimi tre campionati ha dimostrato che si preferisce una preparazione volta ad avere un avvio stentato per poi avere uno sprint nel finale (vedi rimonte alla prima juve di capello e il testa a testa finale nel 2006). Quindi il sorteggio quasi “ad-hoc” del girone iniziale e degli ottavi ha effetivamente costrutito il successo finale. Ne’ inter, ne’ chelsea ne’ barcellona hanno avuto un simile vantaggio, impegnate come erano poi nei loro campionati.

  5. Giacomo said

    Rispondo a Marco:
    Ch. L. 2006/07.
    Girone facile… forse..
    Inter ARTMEDIA BRATISLAVA PORTO RANGERS… girone difficilissimo… non c’è che dire!!!!
    Ottavi avete pescato il Valencia… cavolo che squadrone nel turno successivo è stato eliminato dal Chelsea che a sua volta è stato eliminato dal Liverpool… Uno squadrone il Valencia senza dubbio!!! (lascio stare le strette di mano a fine partita!!).
    Quarti errori arbitrali? forse, ma se ti dico gli errori arbitrali pro- inter starei qui 6 mesi ma per voi sono normali errori dell’arbitro ke ci possono stare mentre per noi sono rapine e furti vero??
    Rimonte nel 2005 e 2006? ah ah ah ah bella questa!!!! alla fine siamo sempre arrivati secondi (SUL CAMPO!!!) e non si può parlare di rimonta…
    Adesso se riesci rispondi… GRAZIE!!!

  6. ladycalcio said

    A Giacomo – Perché ogni volta che si critica il Milan viene automaticamante tirata in ballo l’Inter? Forse per una sorta di “coda di paglia” da parte dei sostenitori rossoneri?

  7. michele said

    Sarebbe graditissimo un Suo intervento in relazione alla competizione Fifa che avrà luogo in Giappone tra qualche giorno. Il titolo dell’articolo potrebbe essere il seguente: “Milan campione del mondo 2007: fu vera gloria?”.
    Grazie.

    Ladycalcio a Michele:

    Questa volta, la risposta sarebbe troppo scontata. Prima della finale di Champions League ero stata la sola a far notare gli enormi deficit del Milan; ora, le fette di salame sono cadute anche a tanti spensierati “Campioni d’Europa” e le mie “eresie” occupano le prime pagine di tutti i giornali.
    Come allora, oltre che al calcio, una vittoria mondiale rossonera farebbe male soprattutto al Milan: non farebbe che anestetizzarne i dolori senza guarirne le piaghe, prolungandone l’agonia.

  8. michele said

    Sono pienamente d’accordo con Lei. Spero che questa terribile agonia si prolunghi con una quarta Coppa Intercontinentale.

  9. ladycalcio said

    A Michele:

    Mi correggo: le fette di salame sono cadute anche ad ALCUNI spensierati “Campioni d’Europa…

  10. michele said

    Giusto…

  11. michele said

    A Galliani no, per esempio.

  12. ladycalcio said

    A Michele:

    Giustissimo, a Galliani no.

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