CALCIO E PAROLE

By "Ladycalcio". Il blog più censurato e più temuto dagli addetti ai lavori

Archive for Maggio 2010

MOURINHO AL REAL MADRID: LO SCOOP DI CALCIO E PAROLE

Posted by ladycalcio su domenica, Maggio 30, 2010

La fonte era troppo autorevole per lasciare spazio a dubbi. Talmente sicura, da consentirmi di dare per assolutamente certo l’addio di Mourinho all’Inter già un anno fa: “Mourinho lascerà l’Inter al 100 %” avevo scritto nel momento in cui imperversavano le congetture e le percentuali sul suo futuro.

Non per nulla avevo concesso una probabilità remotissima (soltanto lo 0,01 %) all’eventualità che il mister potesse revocare la sua decisione – beninteso, rimandando soltanto l’addio. Non per nulla, dopo che egli aveva prolungato il suo contratto con l’Inter fino al 2013, con tanto d’aumento del già lauto stipendio, avevo immediatamente rilanciato con un post scriptum in apertura dell’articolo-scoop.

Mi riservo di rivelare eventualmente in altra sede le ragioni di quel rinvio. Ladycalcio è una miniera di sorprese…

Da parte mia, per tutta la stagione appena conclusa non ho fatto che leggere gli avvenimenti in casa Inter nell’ottica dell’imminente partenza di Mourinho. In retrospettiva, vi invito a rileggere come, in tutti questi mesi, io non abbia mancato di reiterare più o meno velatamente il concetto. Indipendentemente dall’esito dell’annata calcistica nerazzurra …

A riprova dell’autenticità dello scoop, puntualizzai sin da subito che:

Non sarebbe stata la Società FC Internazionale a sollevare il suo tecnico dall’incarico, bensì Mou stesso ad andarsene. Tant’è vero che lo definii scherzosamente “in procinto di piantare baracca e burattini.

Titolai che il tecnico lusitano sarebbe andato al Real Madrid al 100 %. Dunque, definii con assoluta certezza anche la sua destinazione, nonostante le sirene inglesi e le numerose altre voci rincorsesi per mesi.

Dulcis in fundo, volli cautelarmi nei confronti dello 0,01 % di probabilità che l’addio di Mou potesse slittare, oltre che nei confronti … degli “Inquisitori” del terzo millennio. Lo feci concedendo all’addio un categorico termine ultimo, camuffandolo alla maniera di Nostradamus . Uno che con l’Inquisizione doveva stare bene attento…

Per non turbare troppo i sonni del Presidente Moratti e dei giocatori, ricorsi dunque al suo celeberrimo stratagemma, inserendo nell’anticipazione-scoop due inequivocabili indizi “in codice” che costituissero una conferma a posteriori. Scelsi di pubblicare il post-scoop il 24 maggio 2009: esattamente un anno prima della cena d’addio di Mou a casa di Moratti. Quanto al post scriptum, esso risale al 26 maggio 2009: esattamente a un anno prima dell’annuncio ufficiale di Mou al Real da parte di Florentino Peres.

Vi basta?

Da che fonte il blog piranha di Ladycalcio abbia avuto la “dritta”, è un enigma destinato a rimanere tale, con buona pace delle più illustri testate, di FC Internazionale e dello stesso Mou
Aggiungo una cosa soltanto: è per me un fiore all’occhiello che una così nobile fonte legga “Calcio e Parole”.

Il Mourinho delle guardie del corpo lascia l’Italia incanutito e con il volto solcato dalle rughe, come se in due anni fosse invecchiato di dieci. Abbandona a malincuore il suo splendido gruppo, molto meno il nostro Paese e i suoi media. I giocatori saranno privati del loro condottiero, noi dei suoi silenzi stampa da 1 milione di euro al mese.

Se mi è concesso, vi anticipo anche la sua risposta a chi, in conferenza stampa, prossimamente gli chiederà dei nerazzurri: “Io non parlo de Inter. Io sono allenatore de Real Madrid”.

IL LINK ALLO SCOOP:

https://calcioparole.wordpress.com/2009/05/24/mourinho-al-9999-al-real-maadrid/

Alcuni altri post in cui avevo reiterato il concetto:

https://calcioparole.wordpress.com/2009/08/24/inter-poco-speciale/

https://calcioparole.wordpress.com/2009/09/28/si-prepara-l%E2%80%99addio-di-mourinho-all%E2%80%99inter/

https://calcioparole.wordpress.com/2009/11/30/inter-fiorentina-mourinho-e-ladycalcio-hanno-visto-due-partite-diverse/

https://calcioparole.wordpress.com/2010/04/13/4093/

https://calcioparole.wordpress.com/2010/05/10/totti-rinvia-la-festa-dellinter/

https://calcioparole.wordpress.com/2010/05/22/jose-mourinho-chi-vince-ha-sempre-ragione/

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Vittoria Champions League: le splendide immagini di Inter Channel

Posted by ladycalcio su venerdì, Maggio 28, 2010

Le immagini a caldo dal campo dopo la vittoria, interviste esclusive e un dopopartita lungo tutta la notte, andato in onda non stop fino a tutto lunedì. Gli abbonati ad Inter Channel che non avessero potuto seguire la squadra del cuore a Madrid né partecipare ai festeggiamenti a Milano, non si sono persi nulla.

Un complimento a Roberto Scarpini & Co. per il coverage a 360 gradi della Finale di Champions League e per l’eccellente qualità dei servizi e delle immagini, che hanno permesso ai sostenitori nerazzurri lontani non soltanto di essere presenti alla festa, ma di rimanere per tutto il tempo “incollati” ai loro beniamini.

Inter Channel ce li ha mostrati negli spogliatoi, in aereo, all’alba sull’erba di San Siro… intervallando la diretta della squadra con la festa dei tifosi, che impazzava in Piazza Duomo e in tutta Milano.  Ha colto gustosi siparietti come gli scherzi di Arnautovic a Balotelli,  Capitan Zanetti con la corona da principe regalatagli da Milito... ha mostrato quella bandiera nerazzurra sventolante dall’aereo che ha suscitato il boato del Meazza...

La Champions di Inter Channel era iniziata qualche giorno prima con un palinsesto interamente dedicato all’avvicinamento alla grande kermesse e sta ancora proseguendo con clip musicate e immagini inedite. Molto belle, fra queste, le riprese girate a bordo del pullman della squadra di ritorno dall’aeroporto di Malpensa nel suo tragitto verso  San Siro.

Immagini da collezione per i tifosi che attendevano questa coppa da 45 anni, da aggiungere a quelle, altrettanto suggestive, della 6^ Coppa Italia e del 18° scudetto. Insomma, una tripletta storica anche per la “TV nerazzurra”, prodottasi in uno sforzo organizzativo non indifferente che merita una gratificazione.

Ora che la stagione si è conclusa, per il canale tematico è tempo di bilanci e di suggestivi revival. È il caso della lunga intervista a Giacinto Facchetti riproposta ieri nella rubrica “Dieci anni di Inter Channel“, a cura di Edoardo Caldara,  con immagini dell'”annata della rimonta” 1970-’71 e simpatici aneddoti raccontati per bocca del grande “Cipe“.

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Pacchetto Jakala per Madrid: leggete qui…

Posted by ladycalcio su martedì, Maggio 25, 2010

In occasione della messa in vendita dei biglietti per la finale di Champions League, Ladycalcio aveva già deplorato il bivacco e le due notti all’addiaccio sul marciapiede da parte di migliaia di tifosi interisti.

Di seguito, vi propongo il link al resoconto del mio collega di “Rettilineo Tribuna“, che ha qualcosa da raccontare sul “pacchetto” offerto dall’agenzia Jakala. Credo valga la pena di leggere e di tener presente per il futuro….

http://rettilineotribuna.it/2010/05/24/jakala-maledetta-jakala/

Il link al post di Ladycalcio sopra citato:

https://calcioparole.wordpress.com/2010/05/15/inter-bivacco-biglietti-e-civilta/

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TRE COME FACCHETTI: la festa dell’Inter

Posted by ladycalcio su domenica, Maggio 23, 2010

L’Inter è di nuovo sul tetto d’Europa dopo una sofferta attesa di 45 anni. Centra una storica tripletta e fa del numero 3 dell’indimenticabile Cipe la cifra ricorrente della stagione 2009-10: terzo trofeo europeo e tre titoli vinti.

Per la Milano nerazzurra, una notte di festeggiamenti non stop fino all’alba, durante la quale sfogare anni di sofferenze, di ingiustizie e di angherie. È notte fonda, ma lo Stadio Meazza è gremito come in pieno giorno e attende la squadra di ritorno da Madrid in un’atmosfera tutta da vivere e da portarsi dentro: musica a palla per chissà quantti decibel, giochi a premio, canti, le immagini in diretta di Inter Channel proiettate sul tabellone luminoso.

Appare l’aereo appena atterrato a Malpensa con una bandiera nerazzurra che sventola dal finestrino ed è il boato. Pian piano albeggia.  Sono le sei del mattino quando la squadra fa capolino sul terreno di gioco con la coppa. Purtroppo, non al completo. Mancano Massimo Moratti, José Mourinho e alcuni giocatori già partiti per i raduni mondiali delle rispettive Nazionali. Di certo, nello stadio non mancheranno Giacinto Facchetti e Peppino Prisco.

Sugli spalti è il tripudio, già illuminato dal sole mattutino. Per l‘Inter, sembra il presagio di un’alba nuova.  È passata una notte intera, ma nessuno se n’è reso conto.  Finalmente, è passata anche la notte degli anni bui.

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José Mourinho, chi vince ha sempre ragione?

Posted by ladycalcio su sabato, Maggio 22, 2010

Ricordate il mio articolo “profetico” del maggio 2007 che preannunciava la vittoria del Milan ad Atene?  I fuochi d’artificio per quel 7° trofeo europeo dei rossoneri illuminarono a giorno le ombre fittissime di una squadra in pieno declino, abbagliando Società e tifosi e alimentando in loro un’illusione di imperitura onnipotenza. Il disastro di quell’illusione non tardò a delinearsi.

Al contrario del Milan di allora, l’Inter approda alla finale di Madrid in possesso di  tutti i requisiti calcistici per ambire al trono d’Europa: bel gioco offensivo, sapienti schemi tattici, organico stellare e mentalità vincente.  José Mourinho ha il merito indiscusso di averla  trasformata  nel gioco e nella testa.  Dunque, a Cesare quel che è di Cesare e a José quel che è di José: tutto questo gli va riconosciuto.

Premetto che il mio pronostico per la finale di stasera è tutto per l’Inter. Per i valori calcistici in primis, ma anche per i fatidici “segnali” premonitori, già menzionati nel 2007, che hanno caratterizzato l’intera sua stagione: grossolani errori altrui (vedi i goal divorati dalle avversarie  nelle ultime giornate), la Roma sconfittasi da sola  dopo il sorpasso, la partita tutta in discesa contro la Lazio ferma, qualche svista arbitrale a favore che avrebbe potuto (o dovuto?) cambiare il corso della competizione europea (vedi Chelsea-Inter), il Barcellona giunto a Milano in pullman a causa della nube vulcanica.  L’ultimo “segnale” della serie è la squalifica di Franck Ribéry, giocatore vitale per il gioco del Bayern.

Tuttavia, prima che il luccichio della tanto sospirata terza coppa nerazzurra accechi il popolo interista in merito ad alcuni poco edificanti comportamenti del mister e prima che Mou s’involi verso i lidi madridisti con la patente di eroe, vorrei andare ancora una volta controcorrente e spogliarlo dell’aura “divina” costruitagli attorno.

Tanto per cominciare, che ne dite  di queste distorsioni di valori? Che modello costituiscono, secondo voi,  per i più piccoli e per coloro che vedono nel mister nerazzurro un idolo?

Silenzio stampa e senso del dovere. Mou percepisce uno stipendio che ritengo scandaloso, di cui afferma egli stesso di vergognarsi. Sono dell’avviso che, per quelle cifre, nulla possa giustificare un silenzio stampa di mesi. Lo considero vergognoso da parte sua e della Società che glielo consente, più che mai di questi tempi. Fino a prova contraria, la presenza in sala stampa fa parte dei doveri di un allenatore. A chi fosse sordo ai discorsi sul senso del dovere e sui valori morali e ragionasse esclusivamente in termini di denaro, ricordo che Sky e i suoi abbonati pagano dei bei soldini per godersi in anteprima i suoi show. Aggiungo che 12 milioni di euro all’anno costituiscono un “risarcimento” di tutto rispetto per qualsiasi attacco mediatico, provocazione, contestazione, polemica, critica, equivoco, errata interpretazione dei suoi sermoni o per altri “crimini” di lesa maestà ai suoi danni…

Rispetto del lavoro altrui. Vedi sopra. Vedi il modo di apostrofare i giornalisti durante le conferenze stampa. Vedi  i bravi e appassionati giornalisti di Inter Channel costretti a fare i salti mortali per riempire con rubriche o immagini di repertorio i vuoti dell’attualità del campo che egli non consente di riprendere. (Vedi anche i relativi utenti paganti).

Rispetto dell’avversario. Pensate ai veri grandi dello sport, ossia ai campioni grandi uomini. Difficilmente si prenderanno beffe degli avversari perdenti come Mou ha fatto con Ranieri, né ne raccoglieranno le provocazioni dando vita a schermaglie da bambini dell’asilo.

Rispetto dei tifosi. La Pinetina trasformata in bunker, tenuta chiusa ai tifosi per mesi e riaperta loro quando  il tifo faceva comodo. Le tendine dei finestrini del treno subito abbassate in risposta all’affetto dei sostenitori recatisi alla Stazione Centrale di Milano per salutare la squadra in partenza per Firenze. Purtroppo, pur di vedere la terza coppa in bacheca, i sostenitori accecati dal tifo chiudono entrambi gli occhi su questi episodi.

Grande comunicatore? Ma per piacere… Non scandalizzatevi se sul piano della comunicazione definisco Mourinho un grande perdente. O forse, un comunicatore che si cuce la bocca per mesi per paura di essere frainteso o attaccato può ancora definirsi tale?

Show man.  Neologismi pittoreschi che hanno fatto la fortuna dei venditori di magliette, cartellini rossi dalla panchina, provocazioni clamorose a rischio di pesanti strascichi disciplinari (come il segno delle manette e le allusioni al Presidente del Siena Mezzaroma), uscite malaccorte spacciate per  modi per distogliere la pressione dalla squadra, con il risultato di seminare vento e raccogliere tempesta e di “ingraziarsi” i mass media.  Salvo poi calarsi nel vittimismo e fare dell’universo mediatico il capro espiatorio di tutti i mali. Salvo non parlare con Sky, che paga salati i diritti, e concedersi ai giornalisti inglesi. Per poi lamentarsi dell’Italia

Egocentrismo. Mou è soprattutto innamorato di se stesso. Da qui il bisogno di attirare  l’attenzione e di far costantemente parlare di sé. In bene o in male, insomma, basta che si parli di lui … I media nutrono il suo narcisismo attaccandosi ad ogni sua parola e lui ci gode come un bambino capriccioso. Il modo più atroce per farlo soffrire sarebbe quello di ignorarlo completamente.

Quante contraddizioni! Mourinho lancia il sasso e poi scappa chiudendosi nel mutismo. Auspica di smorzare i toni ma è il primo ad alzare la voce. Si definisce uno Special One, ma sottraendosi al confronto dialettico per timore di degenerazioni o fraintendimenti, dimostra di non saper controllare neppure se stesso. Dichiara spavaldo di convocare solo giocatori al 100 % e in Parma-Inter rispedisce in campo Materazzi che sta uscendo stirato….

Prostituzione intellettuale? Leggete la cartella “Caso Materazzi” sulla homepage di questo blog…

Il defaticamento dei pantofolai. Lo sa anche l’ultimo degli allenatori. Dopo uno sforzo intenso, le tossine vanno scaricate al più presto dai muscoli con un buon defaticamento, pena un inadeguato recupero e un accresciuto rischio di infortuni. Se a un esame ISEF uno studentello affermasse che dopo una partita importante è bene concedere alla squadra due giorni di riposo assoluto, il professore gli indicherebbe la porta. A ragione. Ora: immaginiamo che su un campetto di calcio un bravo e volonteroso allenatore che applica i principi corretti dell’allenamento si senta dire da un bimbo: “Dopo la partita è giusto andare a spasso per due giorni perché lo fa Mourinho e vince…” cosa potrebbe rispondere al piccoletto quel povero allenatore? Forse, che per i marziani vigono altre leggi fisiche? Oppure, che dopo le partite i gladiatori sono talmente svuotati che chieder loro di presentarsi al campo il giorno seguente sarebbe troppo?

Il richiamo di Madrid. Che i contratti siano ormai carta straccia, lo sappiamo. Che sulla fedeltà alla parola data ci siano poche speranze, anche.  Tuttavia,  l’impegno pluriennale di Mourinho con l’Inter presupponeva un lavoro a lungo termine, in virtù del quale la Pinetina era stata rivoluzionata dentro e fuori secondo gli ordini, pardon, i desideri di Mou. Senza parlare del tanto sbandierato affetto per il suo splendido gruppo. D’accordo che sui motivi del suo addio non ce la raccontano fino in fondo, ma vi sembra bello che i suoi ragazzi affrontino la finale già sapendo che……?

Il Crocifisso e le  preghiere. E i principi cristiani sono un optional?

Stante la mentalità dominante secondo cui chi vince ha sempre ragione,  questi esempi saranno tanto più deleteri se, come i segnali dell’annata calcistica preannunciano unanimemente, Mou uscirà vincitore dal Bernabeu. Fino a che il Padreterno gliela manderà buona, risulteranno infatti vincenti i valori della teatralità, della gara a chi la spara più grossa, del “in caso di torti arbitrali, vince chi grida di più”. Fino ad allora, la vergogna del bivacco di via Massaua e delle due notti trascorse all’addiaccio dai tifosi saranno “passione” e “attaccamento” ai colori nerazzurri, la disorganizzazione cronica nella vendita dei biglietti un “problema tecnico”, l’Inter Club di appartenenza del cinese residente in Polonia che ha acquistato il primo biglietto per Madrid una curiosità senza risposta, gli stiramenti che fermano i giocatori per un mese “risentimenti” o “affaticamenti” muscolari, la sindrome compartimentale di Materazzi operata con un’incisione di soli 2 cm 😀 una tecnica marziana e il “nostro” un eroe 😀 . Il “caso” Ladycalcio-Materazzi sarà un fulgido esempio dello “stile Moratti”, così come il tutto concesso a Mou.

Infine, anziché uno schiaffo alla miseria in un momento di crisi mondiale, i 600.000 di euro di premio in caso di tripletta a chi ha semplicemente fatto il proprio dovere saranno il giusto premio, un incentivo in più, o chissà cos’altro.

Non so per quanto ancora si potrà andare avanti così. La pazienza divina non è infinita, ma fino a che resisterà, l’idolo Mourinho prenderà il posto di Dio in troppi cuori nerazzurri.

Agli annali resterà il 3 °sospirato  titolo europeo della Beneamata dopo un buio di 45 anni e nel ricordo collettivo,  Mourinho, dio del calcio e  miglior allenatore del mondo.

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I gladioli di Van Gaal

Posted by ladycalcio su venerdì, Maggio 21, 2010

Arrogante” e “dominante”. Si è definito così da sé, Louis van Gaal, cognome da pronunciarsi rigorosamente con la “g” gutturale all’olandese.  Non stentiamo a credergli: dopotutto, stiamo parlando del maestro di  José Mourinho…

Alla pari del suo allievo, Van Gaal non va esattamente d’accordo con tutti: tanto per cominciare, litiga di brutto con i casi e le declinazioni della grammatica tedesca. “Sei mesi con Van Gaal non sono facili”, ha ammesso  in riferimento  al suo caratteraccio. E dire che soltanto sei mesi fa, con il Bayern protagonista del peggior inizio di campionato degli ultimi 43 anni, la sua panchina traballava paurosamente e i tifosi chiedevano a gran voce la sua testa, accusandolo di aver creato in seno alla squadra il “clan degli olandesi”.

Nel frattempo, i pluricampioni di Germania ne hanno finalmente assimilato la “filosofia” offensiva e veloce. Dico “filosofia” e non “modulo”, secondo un termine assai caro a Van Gaal, che predica: “Il calcio è uno sport di cervello, non di gambe”.

“O I GLADIOLI, O LA MORTE”

Questo modo di dire olandese, completamente sconosciuto in Germania prima della semifinale di Coppa di Germania contro lo Schalke (momento di crisi in cui il Bayern aveva rischiato di giocarsi tutto nelle settimane decisive), è divenuto il Leitmotiv dei tifosi bavaresi per bocca di Van Gaal.

Attribuito al ciclista Gerrie Knetemann (nelle premiazioni delle lunghe tappe del  ciclismo – così come alla quattro giorni di marcia di Nimega – i vincitori  ricevono un mazzo di gladioli), significa dare il tutto per tutto pur di raggiungere il traguardo da vincitori, a costo di stramazzare morti. In altre parole: o tutto, o niente.

Lo riferisce sul suo blog il linguista tedesco Dr.Stephan Bopp (http://canoo.net/blog/2010/05/19/das-feierbiest-und-die-gladiolen/), secondo il quale l’espressione trarrebbe ulteriore ispirazione dal nome latino del fiore (gladiolus), che significa “piccola spada” e dalle antiche lotte fra gladiatori. Infatti, come vi si precisa, anche il termine “gladiator” deriva dal latino “gladius” (spada). Non per nulla, nei combattimenti fra i gladiatori di un tempo vi erano due sole possibilità: o la sconfitta e la morte, o la vittoria, con relativo lancio di gladioli da parte degli spettatori.

Ebbene: dopo i due titoli finora centrati (campionato e coppa), a Van Gaal sono stati regalati, in segno beneaugurale, due mazzi di gladioli….

PREMIAZIONE BAGNATA

Ho chiesto ai miei giocatori di non farlo. Dopo devo andare al ristorante e non vorrei puzzare di birra”, aveva dichiarato pubblicamente prima della vittoria di campionato pregando i suoi uomini di risparmiargli la “Bierdusche”, la tradizionale doccia di birra a cui nessuno dei suoi predecessori – da Hitzfeld a Magath – era mai sfuggito.

Ma conoscendo le usanze tedesche, Van Gaal si era premunito. Dopo che nel primo tempo della partita contro l’Hoffenheim dell’8 maggio scorso aveva indossato un abito giacca e cravatta confezionato su misura, curato nei minimi dettagli fino alle pieghe della stiratura, dopo l’intervallo aveva  stranamente tardato a rientrare dagli spogliatoi. Rieccolo finalmente per il secondo tempo… in tuta! Non a torto. La sua strenua difesa contro “pinta selvaggia” cadeva alle 17.42 spaccate – come cronometrato da alcuni divertiti giornalisti. Ironia della sorte, non per mano di un tedesco, bensì del connazionale Van Bommel, primo capitano olandese nella storia del Bayern a ricevere nelle mani la “Meisterschale”.

L’ALLIEVO HA SUPERATO IL MAESTRO

Parimenti, Van Gaal è il primo allenatore olandese a fregiarsi del titolo della Bundesliga. Impresa mancata persino dal grande Rinus Michels, ideatore del calcio totale negli anni ’70, suo grande modello sin da ragazzino. “Quando andavamo a vedere le partite, gli altri ragazzi guardavano i giocatori, io  guardavo soprattutto l’allenatore”, ha dichiarato di recente.

Le analogie fra Van Gaal e Michels sono sorprendenti:  entrambi vantano una vittoria di Coppa dei Campioni con l’Ajax,  hanno vinto la Liga spagnola alla guida del Barcellona, hanno seduto sulla panchina della Nazionale olandese ed hanno allenato club tedeschi: Michels il Colonia e il Leverkusen e Van Gaal il Bayern.

DOPPIETTA

Battendo per 4-0 il Werder Brema nella finale di Coppa di Germania disputata sabato scorso a Berlino, il Bayern ha nel frattempo centrato la doppietta campionato-coppa nazionale. “Non ci avrei creduto”, ha confessato il grande Franz Beckenbauer, presidente onorario del Bayern. “Soltanto ad ottobre giocavamo un brutto calcio, statico e senza coraggio”.

Qualche dubbio doveva averlo avuto anche l’”ex” Oliver Kahn, ora commentatore per la rete TV ZDF, che prima del calcio d’inizio aveva pronosticato un 2-2 dopo i tempi regolamentari e una decisione dell’incontro ai calci di rigore. Tuttavia, nel suo commento tecnico a fine partita, il grande “Olli” ha successivamente posto l’accento sui progressi  mostrati dalla squadra e sulla qualità del suo gioco, fatto di cambi ritmo, possesso palla e preziose individualità, definendola “di livello mondiale”. La rosa dei bavaresi spazia dai fuoriclasse Ribéry e Robben al 19enne Thomas Müller, maturo per una finale di Champions League ma troppo giovane, nella ferrea gerarchia del Bayern, per permettersi di rovesciare in testa al presidente Uli Hoeneß gli 8 litri di birra contenuti dalla Coppa di Germania…

IN VISTA DELL’INTER

A pochi giorni dalla finale di Madrid, sempre su ZDF, Van Gaal ha tenuto a differenziare la sua “organizzazione” di gioco da quella di Mourinho: “Mourinho è organizzato per distruggere il gioco degli avversari, io per costruire il bel gioco, attaccare e vincere. Prevedo che Mourinho cercherà di distruggere il gioco del Bayern”, ha dichiarato con il suo marcato accento olandese.

Intanto, le quote in terra tedesca sono di 51 a 49 a favore del Bayern, che in caso di vittoria, sarebbe la prima compagine tedesca di tutti i tempi a centrare la tripletta. Sul pronostico aleggia l’assenza di Ribéry, rimpiazzato dal turco Altintop. Un’assenza pesantissima per l’economia del gioco di fascia del Bayern. “Ribéry è insostituibile”, ha dichiarato in esclusiva Beckenbauer alla rete TV Sport 1. “Forse, sarebbe sostituibile giocando in 12…”

Chi conta sul blocco del Bayern è il ct tedesco Joachim Löw, che ha lodato i progressi tattici della squadra, la sua suddivisione degli spazi nel reparto offensivo e il gioco veloce di Olic, Robben, Ribéry e Müller, abilissimi ad inserirsi negli spazi anche in fase di non possesso. Il discorso sulla Nazionale non poteva non scivolare nel paragone con il ‘74/’76, epoca della storica tripletta dei bavaresi in Coppa dei Campioni, quando con il blocco del Bayern dei Maier, Müller e Beckenbauer, il ct Helmut Schön vinse i Mondiali di Monaco ’74 battendo in finale, udite udite, proprio l’Olanda di Michels, con tanto di goal di Gerd Müller.

Ora, il giovanissimo Thomas Müller sogna di emulare il suo celeberrimo omonimo a Sudafrica 2010. Ma fa bene attenzione a non farsi sentire da Van Gaal….

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18 scudi all’Inter, zero in pagella alle autorità milanesi

Posted by ladycalcio su lunedì, Maggio 17, 2010

Vittoria meritata. Il goal di Milito a Siena regala all’Inter la gioia del 18° Scudetto.  Mai campionato fu più sofferto fino all’ultimo istante.  Alla squadra il merito di aver dimostrato un’eccezionale personalità e tenuta nervosa, oltre che un’indiscussa supremazia sul campo. Per le vie di Milano impazza la festa dei tifosi nerazzurri, radunatisi in Piazza Duomo in attesa del pullman con i giocatori.

Un grazie. Un grazie a FC Internazionale per aver messo la squadra a disposizione dei suoi sostenitori, nonostante i tempi serrati e la tarda ora. Sarebbe stato bellissimo vivere una festa a San Siro, come la Società avrebbe voluto e come annunciato per bocca del Dott. Ernesto Paolillo.

Una grave denuncia. In questa occasione festosa, mi dispiace dover denunciare la leggerezza e l’incapacità assoluta di chi avrebbe dovuto gestire la sicurezza e l’ordine pubblico. Se è vero che lo stadio di San Siro è stato negato ai festeggiamenti per motivi di ordine pubblico, non comprendo con quale incoscienza sia stata scelta piazza Duomo per un raduno di migliaia di persone senza adeguati servizi d’ordine.

Non è esagerato affermare che del lato della piazza antistante l’Arengario, dove la calca era più fitta poiché di lì sarebbe passato il pullman, si sarebbe potuto rischiare il morto.  La pressione della folla era tale da trasportare letteralmente le persone, con grave pericolo di schiacciamento e soffocamento, senza alcuna possibilità di salvezza se qualcuno fosse caduto a terra. Il malcapitato sarebbe finito calpestato. Peraltro, su un suolo invaso da bottiglie di alcolici vuote in frantumi e cocci di vetro, disseminati per tutta la piazza. Al passaggio del pullman, impossibile avere scampo in caso di malore o caduta, dato il violento reflusso delle masse di tifosi che avevano invaso la strada e che in quel momento venivano respinti indietro. Per non parlare dei numerosi arrampicatisi sui pali.

In quella calca, non un vigile, non un poliziotto, non una transenna, nonostante la presenza di migliaia di tifosi (molti dei quali reduci da abbondanti bevute di alcolici, come testimoniano le foto).

E poi si chiude alla tifoseria juventina un incontro semideserto di Coppa Italia e si predica la tessera del tifoso. Se non è incapacità questa….

È il secondo accorato appello che Ladycalcio rivolge alle autorità: DESTITUITE AL PIU’ PRESTO I RESPONSABILI DELLA SICUREZZA A MILANO, PERCHE’ SONO UN DISASTRO. PRIMA CHE CI SCAPPI IL MORTO.

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Inter, bivacco-biglietti: è civiltà?

Posted by ladycalcio su sabato, Maggio 15, 2010

Ho da poco riattaccato il telefono dopo una lunga chiacchierata con un amico giornalista tedesco.  Era attonito, sbigottito dalle cronache provenienti  da via Massaua a Milano e dalle immagini delle migliaia di tifosi ridottisi a trascorrere due notti all’addiaccio al freddo e sotto la pioggia nel tentativo di accaparrarsi un biglietto per la finale di Champions League contro il Bayern.

Persone accampate su cartoni stesi sui marciapiedi, avvolte in coperte o sacchi a pelo, con un telone sulla testa per proteggersi dalla fitta pioggia caduta in questi giorni. Gente di ogni età e di ogni dove: uomini, donne, bambini lì, a bivaccare e a dormire sui marciapiedi alla stregua di barboni.

Siamo nel 2010, nel terzo millennio, nell’era tecnologica. “Ma l’Italia è un Paese civile?” incalza il mio interlocutore.  La domanda è imbarazzante, ma chi scrive è persona schietta. “Abbiamo dimostrato una volta di più di non esserlo”, ammetto.

Premetto che in Germania esistono graduatorie di anzianità di tesseramento – e relativi differenti diritti in fatto di biglietti. Per fare un esempio, un tifoso abbonato al Bayern Monaco da trent’anni, non gode degli stessi diritti di prelazione di un neoabbonato.

I metodi civili vigenti all’estero prevedono che l’abbonato inoltri la richiesta del biglietto e che, in caso di disponibilità, venga predisposto il ritiro di quest’ultimo secondo le modalità prescritte. Insomma, nulla a che vedere con i bivacchi davanti alle sedi delle banche visti a Milano.

È lapalissiano: la capienza dello Stadio Bernabeu non è infinita e per questo, non è possibile accontentare tutte le richieste. Vi è poi la questione dell’esiguo numero di biglietti a disposizione delle due società. Qui, le responsabilità sono anche dell’Uefa, che gestisce un numero di tagliandi a mio avviso eccessivo.  Detto questo, non è logico che per tentare di spuntare un biglietto ci si debba ridurre a dormire due notti sul marciapiede e rischiare una broncopolmonite. Perché al di là del tifo, simili bravate non sono esenti da rischi per la salute, come testimoniano i malori segnalati da via Massaua.

FC Internazionale non mi è mai sembrata un fulgido esempio di organizzazione. Basti citare i “numeri” in occasione delle vendite dei tagliandi dei recenti incontri europei: rimandi nell’emissione dei biglietti, terminali delle banche  bloccati, vendita online in tilt, ecc.  È di domenica scorsa la mia “avventura” nell’accompagnare un’amica ad Inter-Chievo: tagliando acquistato online, email di conferma di FC Internazionale riportante che il biglietto poteva essere ritirato “presso lo Stadio Giuseppe Meazza il giorno della partita al BOX INTERNET posizionato di fronte all’ingresso 7”… dove invece, una signora scocciata rimandava  i malcapitati alla biglietteria Sud, dal lato opposto dello Stadio, fra la ressa generale….

Altro brillante esempio: la decisione di destinare i biglietti ai soli abbonati e soci di Inter Club è stata presa a pochissimi giorni dall’emissione di questi ultimi, gabbando a sorpresa tutti gli altri appassionati . Un modo per premiare i sostenitori più affezionati o piuttosto, l’ennesima decisione “politica”? Forse, per non “defraudare” nemmeno di un posto  gli ultras?

Per trasparenza, una domanda: come ha potuto un cinese  residente in Polonia acquistare il primo biglietto, quando  per farlo si doveva tassativamente essere abbonati o iscritti a un Inter Club? A quale Inter Club è iscritto questo signore, se è concesso saperlo?

Ma vi sono altre incongruenze. Esempio: perché non premiare con un piccolo numero di biglietti a sorteggio i possessori della fantasmagorica tessera del tifoso, che secondo FC Internazionale sarebbe foriera di megagalattici vantaggi? Oppure, gli abbonati ad Inter Channel, altrettanto fedeli all’Inter dai luoghi più lontani?

Di male in peggio. Per l’acquisto del solo tagliando a cranio, non erano ammesse deleghe. Pensate a chi ha problemi di salute incompatibili con le due notti all’addiaccio. Pensate a una donna in stato interessante. Pensate a quel ragazzo con le stampelle in coda da due notti con un menisco rotto. Senza peli sulla lingua: io le stampelle le avrei picchiate sulla zucca di chi ha organizzato tutto questo. Vi sembra civiltà?

Eppure, sulla Gazzetta dello Sport di oggi, il Presidente Moratti viene citato con queste parole: “Spero che queste notti all’aperto non siano un sacrificio, ma diventino un ricordo esaltante”.

Chi mi segue sa che faccio della dignità umana e dell’uguaglianza valori imprescindibili. Sa anche che “Calcio e Parole” è un blog scomodo e controcorrente. Dunque, al di là dell’esaltazione  senza limiti e di chi fa del calcio la propria ragione di vita (“del lavoro non mi importa niente”, ci è toccato sentir dire di questi tempi da un tifoso in coda), non mi sento minimamente in imbarazzo a rivolgere  al Presidente Moratti e alla gentile Sig. ra Bedy un invito: perché non trascorrere anch’essi due notti sul marciapiede, al freddo e sotto il diluvio, sdraiati sui cartoni e con i teloni sulla testa,  insieme alla loro più fedele tifoseria, l’anima dell’Inter?

Vi sto scandalizzando? Come dite? Loro no perché sono due signori? 🙂 Ma allora tu, caro lettore o innamorato dell’Inter, che con il tuo affetto (e i tuoi soldi) tieni in piedi la Beneamata, ti senti forse un barbone?  Fai ancora degli eroi della pedata e dei loro dirigenti i tuoi intoccabili dei dell’Olimpo? Sei dell’idea che “per l’Inter questo e altro”, compresa la tua salute? Se sì, arrivederci e grazie, puoi cambiare blog: “Calcio e Parole” non fa per te.

Per me non va. Non va neanche per l’amico tedesco. Non andrà probabilmente per molti tra coloro che vedranno le immagini descritte, che stanno facendo il giro del mondo.

Intanto, Mourinho l’istrione ha regalato un biglietto al primo tifoso messosi in coda. Non faccio processi alle intenzioni, ma il gesto, come ci si poteva aspettare, ha sortito il solito forte impatto mediatico a suo favore.

Niente processi alle intenzioni ma dati di fatto: Mou è lo stesso che un paio di settimane fa ha ricambiato l’affetto dei tifosi accorsi alla Stazione Centrale di Milano per salutare la squadra in partenza per Firenze abbassando immediatamente le tendine del finestrino del treno; è lo stesso che non ha più concesso ad Inter Channel di mandare in onda certe bellissime immagini degli allenamenti che Roberto Mancini ci regalava (ad esempio, la ginnastica dei giocatori con la gym ball – “e io pago”, diceva Totò); è lo stesso che ha tenuto chiusa per mesi la Pinetina infischiandosene dei tifosi (e l’ha riaperta solo quando, nella volata scudetto, il fiato della squadra cominciava a diventare corto e il tifo gli faceva comodo; è lo stesso che è allettato dalle lusinghe del Real Madrid.

Ai seguenti link, potrete leggere due esempi di amore e di affetto personalmente sperimentati  da parte di personaggi nerazzurri. Vale davvero la pena di rischiare la salute per queste  persone?

https://calcioparole.wordpress.com/2010/04/19/linter-va-fuori-binario/

https://calcioparole.wordpress.com/2008/11/24/perche-non-credo-piu-alla-sindrome-compartimentale-di-materazzi/

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TOTTI FA SLITTARE LA FESTA DELL’INTER

Posted by ladycalcio su lunedì, Maggio 10, 2010

Che sarebbe stato un pomeriggio di “colpi”, e non soltanto di scena, l’avevo già presagito fuori dallo Stadio Meazza. In leggero ritardo, nel fiondarmi verso i cancelli d’ingresso fra la ressa, mi ero scontrata frontalmente, in piena corsa, con un ragazzone con indosso la maglia nerazzurra numero 23. 😯

No, non era il vero Matrix (buon per me, o piuttosto …  per lui? 😀 ), ma soltanto un suo nerboruto sostenitore.  Quando un siparietto ricalca i casi della vita! 😉

In seguito, per qualche altro arcano disegno, il pomeriggio sportivo dell’Inter era andato di pari passo con le condizioni atmosferiche: per oltre un tempo della partita, iniziata con il sole, era sembrato che il 18° scudo fosse già cucito sulle maglie nerazzurre: l’atmosfera a San Siro già di festa, l’Inter in vantaggio, e poi, a poco più di un quarto d’ora dalla fine, quell’improvviso  rumoreggiare sugli spalti, con 120.000 occhi incollati in spasmodica attesa al tabellone luminoso. I giocatori sul campo capiscono che qualcosa sta succedendo. Arriva la conferma:  Roma-Cagliari 0-1! È un boato, un’emozione, uno sventolio di bandiere nerazzurre.

Per un attimo, gli uomini di Mourinho si disuniscono e si fermano. La distrazione costa loro il terzo goal del Chievo, ma per una volta, il pubblico li perdona. Basta solo non prendere il quarto… D’improvviso, quasi per un presagio, il cielo si fa scuro e si alza un vento freddo. Gelidi, per contro,  sono i “venti” provenienti dalla Capitale: in una decina di minuti, la Roma ribalta il risultato e vince.

San Siro è spazzato da una pioggia che bagna i tifosi e le illusioni di una festa anticipata. Dopo il fischio finale, è il fuggi fuggi generale.

TOTTI:DA PUPONE A FEMMINUCCIA?

Ci risiamo. Prima scalciano, insultano e ne fanno di tutti i colori, poi si presentano angelici con la mogliettina sorridente e i bambolotti in braccio, come se l’ostentato, gettonatissimo  idillio del bravo paparino passasse di diritto un colpo di spugna su qualsiasi malefatta. Scene da pantofolai, che nel calcio non vorremmo mai vedere. Come quella di un capitano pseudogladiatore che davanti a tutto il mondo si mette il dito in bocca come un lattante. Zeru virilità!

Tornando al calcio (che è meglio), la Giustizia Sportiva non si è fatta commuovere dall’Asilo Mariuccia e gli ha rifilato 4 sacrosante giornate di squalifica per il calcione a Balotelli.

MARIOOO! E STAVOLTA LUI “RISPONDE”

A proposito di Balotelli... Dopo Inter-Bologna avevo scritto che Supermario, al termine del riscaldamento, era uscito dal campo a testa bassa, senza degnare della minima attenzione un bimbo che l’acclamava. Stavolta,  nell’analoga occasione, “Balo” ha applaudito e sorriso ai tifosi…

SUPER-COREOGRAFIA. Infine, un complimento alla Curva Nord per la bellissima coreografia di cui è stata protagonista al momento dell’ingresso in campo delle squadre.

Il gran finale è rimandato a Siena, all’ultima di campionato.

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Le guerre romane

Posted by ladycalcio su venerdì, Maggio 7, 2010

Dopo il sorpasso della Roma in campionato, avevo scritto che sulle radio private imperversava Antonello Venditti. Per tutta risposta, dopo la carneficina dell’altra sera all’Olimpico, un oltranzista nerazzurro mi ha fatto sapere di aver rispolverato “Milano e Vincenzo” e “A Voi Romani“, due vecchi brani “spinti” di Alberto Fortis censurati da gran parte delle emittenti radiofoniche alla fine degli anni ’70.

Non è il caso. Ma anche senza spingermi così in là, mi riesce difficile definire Inter-Roma, finale di Tim Cup 2010, uno spettacolo di sport. Più che una partita di calcio, mi è sembrata una guerra, all’ultimo sangue e senza esclusione di colpi. Una guerra annunciata e dichiarata sin da Lazio-Inter di domenica scorsa. Sul campo di battaglia, i nerazzurri lasciano Sneijder e Cordoba. Dal campo l’Inter esce meritatamente con il trofeo, contesole a suon di colpi bassi da una Rometta sconfitta dalla Beneamata nel gioco e da se stessa nell’onore.

Verrebbe innanzitutto da domandarsi perché alla Roma sia stato concesso il vantaggio di giocare all’Olimpico. La “cornice” dell’incontro l’hanno vista (e udita) tutti: l’inno romanista suonato prima dell’incontro, il laser in faccia a Mourinho e poi calci, pugni e spintoni da parte dei giallorossi, che avrebbero richiesto, da parte del Sig. Rizzoli, più gialli e più rossi intesi come cartellini. Al contrario, per vedere un’espulsione si sono dovuti attendere i vergognosi calcioni del recidivo Totti a Balotelli. Una figuraccia per il Capitano candidato alla Nazionale Azzurra e una vergogna – questa volta è il caso di dirlo – per lui e per la squadra di Rosella Sensi.

Sul piano del gioco, è la solita Inter incontenibile nelle ripartenze, che va a segno con Milito e sfodera un formidabile Maicon. La Roma non riesce a prenderle le misure e per di più, si mangia due goal già fatti con Juan e Vucinic. Il resto è solo frustrazione giallorossa e relativo scadimento al di sotto di ogni limite.

Adios, mister?

L’Inter, come al solito, non riesce a non metterci del suo. Oriali si fa espellere per la millesima volta, Mou pretende di rivedere il fuorigioco di Milito su un monitor a bordocampo. Si rinfocolano intanto le voci  su un suo possibile addio a fine stagione, che Ladycalcio aveva già dato per certo nonostante la notizia del prolungamento del contratto.

Come se non bastasse, le dichiarazioni del mister sulla Roma e  sull’incontro contro il  Siena rischiano ora di avere pesanti strascichi.

Solo una comunicazione di servizio?

Dopo un paio di annetti di astinenza, torna a parlare nel postpartita di Inter Channel Marco Materazzi 🙂 . Si è riconciliato con il microfono di Roberto Scarpini? “Son solo venuto stasera perché ho sentito voci strane che ci davano per prepotenti, per gente che mette pressione all’arbitro (…)”. D’accordo che Matrix, dopo tutte le botte prese in partita, ha tutti i diritti di lamentarsi, ma … i suoi fan devono intendere il gradito ritorno solo come una semplice … “comunicazione di servizio”? 😦

Le belle immagini di Inter Channel

A proposito di Inter Channel, il postpartita offerto agli abbonati è di ottima qualità, con simpatiche interviste a caldo e immagini esclusive dagli spogliatoi e dall’aereo 😉 dei nerazzurri. Una sicura gioia per i collezionisti!

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