Posted by ladycalcio su mercoledì, agosto 25, 2021
Compie oggi 80 anni Angelo Domenghini, indimenticato ex-attaccante dell’Inter degli anni ’60.
In casa Inter si sarebbe potuto festeggiare anche Mario Corso, anch’egli nato il 25 agosto 1941, se il sinistro di Dio non ci avesse lasciati nel giugno dello scorso anno.
Ma -ne siamo certi – anche Mariolino festeggia lassù, insieme al compagno di tante partite e alla grande famiglia nerazzurra.
Auguri campioni, uniti negli stessi colori e nei cuori nerazzurri!
In Germania lo chiamavano “Der Bomber der Nation” (il bomber della Nazione”), per l’incetta di goal con cui aveva lanciato il Bayern e la Nazionale tedesca verso le più alte vette del calcio. Sua era stata la rete che aveva regalato alla Germania il Mondiale 1974 nella finale contro l’Olanda, apoteosi di una carriera unica.
Per intenderci, nei “Rossi” era stato il goleador della leggendaria compagine di Sepp Maier, Franz Beckenbauer, e Gerd Müller appunto.
Oggi, il Sito Ufficiale del Bayern Monaco appare in bianco e nero, com’è consuetudine fra i tedeschi in caso di lutto.
Tre volte vincitore della Coppa dei Campioni con i bavaresi (1974, 1975 e 1976), del Mondiale per Club nel ’76, di 4 campionati tedeschi e altrettante Coppe di Germania, più una Coppa delle Coppe nel ’67, Müller aveva segnato 365 reti in Bundesliga (su 427 incontri) e 66 nelle Coppe Europee.
Fra le immagini più emblematiche rimaste nel cuore dei tifosi vi è quella con il suo primo trofeo di capocannoniere della Bundesliga con 28 goal: un trofeo a forma di cannone.
Un leone sui campi di gioco, Müller non era stato purtroppo altrettanto nella vita di tutti i giorni. Come troppi suoi colleghi vissuti di calcio, dopo il ritiro era entrato in crisi di astinenza dal goal e dal dorato mondo del pallone; un vuoto che aveva tentato di “colmare” con l’alcool, scivolando nel baratro.
Ci lascia a soli 75 anni, da tempo scomparso dalla scena mediatica poiché affetto da demenza.
Lo si sapeva da tempo. Le voci si rincorrevano da mesi. Il giocatore più sopravvalutato del pianeta, definito a turno con Cristiano Ronaldo “il miglior giocatore del mondo”, è passato di mano, atteso, seguito e accolto come il Messia … della pedata.
Ha pianto durante la conferenza stampa di addio al Barcellona, come tutti, credo, faremmo di gioia se il nostro nuovo datore di lavoro – nello specifico il Paris Saint-Germain – ci elargisse il lauto stipendio che attende “Leo” in terra di Francia.
E mentre gli addetti del Camp Nou staccavano dallo stadio le gigantografie dell’argentino, lui già faceva il bagno di folla sugli Champs-Elysées e la maglia numero 30 del PSG andava a ruba, fruttando lauti introiti al Club parigino.
Il mercato ha sortito il colpo dell’estate, i tabloid hanno avuto di che titolare a caratteri cubitali.
E mentre sul pianeta imperversano la pandemia, la crisi economica e la disoccupazione, domani, “Mister 41 milioni” (lo stipendio annuale di Messi + un bonus alla firma di 30 milioni) esordirà contro lo Strasburgo, in un calcio che ormai è tutto meno che sport e in un mondo tanto stolto da scambiare Messi per il Messia.